Nel 2004 esce il singolo “this is what you are” che segna la sua affermazione internazionale
“Sono sempre una figura un po’ marginale
e difficile da inquadrare: sono italiano
ma canto in inglese, non sono sempre in televisione,
non faccio i programmi classici”
(Mario Biondi)
Un ‘americano’ in Sicilia
Mario Biondi (Classe 1971) è un personaggio ‘curioso’ e atipico. Innazitutto è una delle realtà più interessanti e innovative del panorama italiano degli ultimi dieci anni. Innovatore per aver coniugato il soul e il jazz e tradizionale per aver proseguito la lezione di Ray Charles e Barry White. Curioso perché, pur essendo siciliano, la sua musica è profondamente influenzata dal rhythm and blues afroamericano; atipico perché un catanese come lui ha scelto di vivere a Parma, lontano dal suo amatissimo mare. Ecco come ’spiega’ ironicamente alcune sue ‘contraddizioni’: “Il fatto è che da bambino sono cresciuto a Reggio Emilia, dai due ai dodici anni, poi mi sono spostato a Catania. Il classico andirivieni del terrone”. Dopo una lunga gavetta in cui canta con Ray Charles e poi alla ‘corte’ di Gianni Bella, diventa improvvisamente popolare prima all’estero e poi in Italia con il singolo “This is what you are”. Il pubblico nostrano rimane particolarmente colpito dalla calda timbrica della sua voce roca e dolce. Inoltre nessuno come lui in Italia suonava e cantava così bene il genere swing con sfumature jazz molto vicine alla grande tradizione americana del leggendario Frank Sinatra. Sulla scia del grande successo di “This is what you are” (2004), Mario Biondi incide il suo primo album solista nel 2006.
“Handful of soul”, un successo immediato
Per il debutto discografico dopo l’improvvisa e inaspettata notorietà internazionale, Mario Biondi capisce di dover fare le cose con calma e nel miglior modo possibile. La stampa specializzata lo ‘bracca’ come se fosse un ‘corpo estraneo’ nel panorama musicale italiano. Un passo falso sarebbe fatale. Per il disco Biondi recluta una vera e propria super band composta da Luca Mannutza al pianoforte, Fabrizio Bosso alla tromba e flicorno, Daniele Scannapico al sax tenore, Pietro Ciancaglini al contrabbasso, Lorenzo Tucci alla batteria, Sandro De Bellis alle percussioni e Gianluca Petrella al trombone. Mario Biondi incide 12 canzoni che illustrano il suo universo musicale composto da jazz, swing, rhythm and blues e soprattutto il soul, l’aspetto che ama di più grazie ai suoi punti di riferimenti: Ray Charles, Stevie Wonder e Barry White. I brani proposti da Biondi sono pieni di energia, classe e brillanti momenti solistici dei suoi eccellenti musicisti. Su tutto spicca ovviamente la sua voce, davvero originale nel panorama italiano. Un vero e proprio strumento solista che Biondi modula alla perfezione sia sul registro grave che sugli acuti. “Handful of soul” è sicuramente uno degli album più interessanti e creativi degli ultimi dieci, una ventata di grande novità musicale che conquista immediatamente il mercato italiano.
L’album di Mario Biondi, pubblicato il 27 maggio del 2006, dopo appena tre mesi conquista ben due dischi di platino. La carriera di del cantante di Catania può finalmente decollare trionfo dopo trionfo. A proposito dell’improvvisa fama internazionale Mario Biondi la prende con molta filosofia: “Diciamo che non mi ha mai molto affascinato, a dire la verità”.
Testo della canzone “This is what you are”:
“Mi porti su e poi mi fai scendere
mi stringi quando sono triste
mi fai guardare intorno
mi fai ascoltare le stelle
questo è quel che sei
mi sfinisci e poi mi fai perdere i sensi
mi fai sentire timido
ma quando mi stringi tra le tue braccia
riesco a dimenticare le lacrime che ho pianto
questo è quel che sei
scrivi il tuo numero sul mio muro
dimmi cosa devi fare
nuvola? la tua ombra sulla mia anima
c’è anche quando spezzi in due il mio cuore
questo è quel che sei, questo è quel che sei
mi porti su e poi mi fai scendere
mi stringi quando sono triste
mi fai guardare intorno
mi fai ascoltare le stelle
questo è quel che sei
mi sfinisci e poi mi fai perdere i sensi
mi fai sentire timido
ma quando mi stringi tra le tue braccia
riesco a dimenticare le lacrime che ho pianto
questo è quel che sei
questo è quel che sei
questo è quel che sei”