Quadrophenia torna nelle sale

Per un solo giorno il 10 dicembre il cult movie del 1979 con le musiche degli Who

“Sarei stato un artista e un uomo migliore in un’altra dimensione, come esperto d’arte o musicista d’avanguardia ad esempio. È questa la mia conclusione.

La mia intenzione era scrivere canzoni per la gente di West London con la quale ero cresciuto. Ovviamente eravamo una ciurma post bellica. I nostri problemi erano fuori dall’ordinario, appartenevamo a un paese uscito vittorioso dal conflitto, ma i tempi erano durissimi e le esigenze dei giovani totalmente disattese”

(Pete Townshend)

“Noi eravamo una band capace di scrivere grandi canzoni di tre minuti che ha pensato che si potesse andare oltre, rischiare, superare i limiti. E c’era una straordinaria libertà espressiva, la tela della musica popolare non era stata dipinta, c’era un enorme spazio per fare cose nuove. Iniziare un simile progetto ci ha fatto crescere, la band aveva il coraggio e la forza per farlo e, soprattutto, Pete Townshend era uno dei pochi autori che poteva scrivere delle sue emozioni più profonde e renderle collettive”

(Roger Daltrey)

Who, gli ‘esistenzialisti” del rock

Il rock è stato una delle grandi rivoluzioni che ha caratterizzato il costume e intere generazioni di giovani a partire dalla seconda metà dello scorso secolo. Da Elvis Presley, primo vero e proprio fenomeno di rottura e punto di riferimento per gli adolescenti che erano usciti dagli orrore della Seconda Guerra Mondiale, la musica e in particolare il rock’n’roll fu il cardine che creò i primi conflitti tra genitori e figli. Beatles e Bob Dylan, con linguaggi diversi, proseguirono la linea tracciata dal cantante statunitense portando avanti la ‘fiaccola’ della musica come simbolo generazionale dei giovani. In questo contesto di grande fermento durante gli anni Sessanta emerge in Gran Bretagna un gruppo che forse ha rappresentato meglio di tutti il dualismo del rock come vettore per la ribellione. Il chitarrista e leader del gruppo, Pete Townshend disse una frase che fece epoca: “Non mi fido di chi ha più di trent’anni”, proprio per rimarcare l’enorme solco tra adulti e giovani. Gli Who, i cui musicisti venivano dalla classe operaia inglese che aveva subito le tragedie dell’ultima guerra, concepivano il rock come unica fuga contro la noia, la monotonia e l’alienazione della vita quotidiana. Le loro canzoni, su tutte i manifesti esistenziali come “My Generation” e “ I can’t explain” furono la colonna sonora per diverse generazioni di giovani europei e statunitensi che per la prima volta mettevano in discussione il modello di vita dei loro genitori. Oltre ai loro meriti musicali, gli Who sono stati uno dei gruppi più amati, proprio per il loro sincero impegno e per il loro essere punto di riferimento per gli adolescenti britannici. 

Il ritorno di “Quadrophenia” 

La notizia di questi giorni è che torna per un solo giorno dopo 35 anni il film “Quadrophenia”. La pellicola diretta da Franc Roddam e ispirata all’omonimo album degli Who uscì nella sale di tutto il mondo nel settembre del 1979. Il film in versione restaurata e digitalizzata potrà essere visto solo martedì 10 dicembre.

La riedizione cade proprio nell’anno del cinquantesimo anniversario della fondazione della celebre rockband che si formò a Londra nel 1964. Il film, ripercorrendo le musiche dell’album, racconta attraverso il protagonista Jimmy, i contrasti della generazione inglese degli anni ‘60 che si divideva fra i Mods (giovani ben vestiti che guidavano scooter italiani) e i Rockers (seguaci del rock and roll americano anni ‘50, vestiti con giubbotti di pelle e sempre in sella a grosse motociclette). Così Quadrophenia, (il titolo è una variazione lessicale del termine schizofrenia utilizzato nell’accezione di disturbo dissociativo dell’identità, in modo da riflettere le quattro distinte personalità o sbalzi d’umore di Jimmy, il protagonista del disco e del film; allo stesso tempo, il titolo rappresenta la personalità di ciascun membro degli Who) resta a tutt’oggi un film realistico ed evocativo capace di mostrare il connubio tra rock e ribellione giovanile, un fenomeno molto diffuso in quel decennio che si ‘concluse’ con l’evento epocale di Woodstock del 1969.

Testo tradotto del brano “Love, reign o’er me

Solo l’amore può far piovere

Nel modo in cui la spiaggia è baciata dal mare

Solo l’amore può far piovere

Come il sudore degli amanti stesi nei campi

 

Amore, regna su di me

Amore, regna su di me

Piovi su di me, piovi su di me!

 

Solo l’amore può portare la pioggia

Che ti fa struggere verso il cielo

Solo l’amore può portare la pioggia

Che cade come lacrime dall’alto

 

Amore, regna su di me

Piovi su di me, piovi su di me!

Amore, regna su di me

Piovi su di me, piovi su di me!

 

Lungo la strada secca e polverosa

Le notti che abbiamo passato da soli, lontani l’uno dall’altra

Ho bisogno di tornare a casa

Dalla fresca, fresca pioggia!

 

Non riesco a dormire e resto sdraiato e penso

La notte è calda e nera come inchiostro

Oh Dio, ho bisogno di un sorso

Di fresca, fresca pioggia!

 

Amore, regna su di me 

Regna su di me, su di me, su di me!

Amore, regna su di me, su di me

Amore!

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