L’autopsia ha dimostrato che l’attore non era sotto l’effetto di droghe o alcool
“Avevo notato che c’era qualcosa nell’aria perché durante le riprese dell’ultima scena, quella in cui i ragazzi salgono sui banchi per salutare il professore, uno dei camionisti della troupe, uno pieno di tatuaggi, persino sulle palpebre, si era messo a piangere come un vitello. L’attimo fuggente è un film che tocca dentro. Parla della passione, della creatività, di tutte quelle cose alle quali la gente aspira ma che raramente riesce a realizzare”
(Robin Williams)
Le cause del suicidio
Il mondo dello spettacolo e i suoi tantissimi ammiratori sono rimasti profondamente colpiti quando arrivò come un fulmine la tragica notizia della sua morte. Sembrava impossibile che un artista di così grande talento, possa aver deciso di togliersi la vita dopo una carriera ricca di successi, trionfi e immensa popolarità. Eppure Robin Williams, attore geniale ed eclettico, dietro i suoi sorrisi nascondeva dolore, sofferenza e depressione. Dopo quel drammatico 11 agosto in cui il suo corpo è stato trovato privo di vita le congetture, le speculazioni e le tipiche cattiverie di alcuni (pessimi) commentatori del magico mondo di Hollywood si sono sprecate per trovare le vere cause del decesso e le reali motivazioni di un gesto così estremo. Noi preferiamo occuparci dei fatti e non delle stupide chiacchiere.
Robin Williams non era sotto l’effetto di droghe o alcol ed è morto per asfissia: è quanto riferisce il medico legale che ha effettuato l’autopsia sul corpo dell’attore morto l’11 agosto scorso. Le autorità della Contea di Marin hanno diffuso i risultati degli esami sul cadavere di Williams e hanno confermato la causa del decesso. L’attore era stato trovato morto con una corta attorno al collo nella sua abitazione a Tiburon, nella baia di San Francisco. Già dai primi rilevamenti era emerso con certezza che si trattasse di un suicidio.
Una carriera straordinaria
La carriera di Robin Williams è stata straordinaria, una sorta di tavolozza ricca di personaggi e caratteri così diversi ma sempre ricolmi di umanità e dolcezza e soprattutto di profondità. Era nato a Chigato il 21 luglio del 1951 da una famiglia benestante: il padre era un dirigente della General Motors mentre la madre era una modella di origine francese. Nel 1967 la famiglia Williams si trasferisce in California, dove Robin si diploma nel 1971: si iscrive, quindi, alla facoltà di scienze politiche al Claremont Men’s College, dove inizia la sua passione per il teatro. Abbandonati gli studi, si iscrive al prestigioso istituto di recitazione drammatica, Juilliard School di New York, con John Houseman come maestro. Si distingue come mimo, guadagnandosi i primi soldi con alcuni spettacoli. Diplomatosi presso la Juilliard, Williams torna in California, a San Francisco, e inizia la carriera di attore di commedie a teatro. Nel 1976 supera un importante provino e in seguito appare anche al The Richard Pryor Show. Nel 1977 Garry Marshall gli propone il ruolo di Mork, un simpatico alieno, protagonista della serie televisiva Mork & Mindy (spin-off tratto da un’altra famosa serie televisiva, Happy Days). Il personaggio, interpretato dal 1978 al 1982, gli dona una grande notorietà presso un vasto pubblico internazionale, imprimendosi in maniera indelebile nella memoria di milioni di telespettatori. Il caratteristico saluto del personaggio, che compariva fra i terrestri allargando le dita e dicendo “Na-no Na-no” diventa un tormentone. A partire dai tardi anni settanta e per tutti gli anni ottanta, Williams interpreta numerose stand-up comedy e tre episodi speciali della commedia dell’HBO “Off The Wall” (1978). Infine nel 1980 con “Popeye” diretto dal grande Robert Altman si afferma sul grande scherma. E’ l’inizio di una carriera ricca di successi, premi e collaborazioni con i più importanti registi: Paul Mazursky, Michael Ritchie, Barry Levinson, Terry Gillian, Peter Weir, Kenneth Brannagh, Francis Ford Coppola, Steven Spielberg, Ivan Reitman, Woody Allen, Gus Van Sant, Christopher Nolan e un meritatissimo Premio Oscar per la strepitosa interpretazione in “Will Hunting”.