Io amo scrivere

Ecco, l’ho scritto. Non lo avevo mai scritto prima. In quasi ventiquattro anni avrò scritto milioni di cose … appunti scolastici, numeri telefonici, bigliettini d’auguri per Pasqua, Natale, compleanni vari; ricette di ogni tipo che poi non ho mai realizzato. Però questa frase non l’avevo mai scritta.

Eppure è vero, io amo scrivere. Lo so, lo sento da quando poso la sfera della mia biro su quel foglio bianco e inizio a scorrere lungo il lato destro mentre le parole prendono forma e l’odore dell’inchiostro fresco mi pizzica appena le narici. Mi piace quella sensazione, mi piace vedere quelle lettere nere e lucide che risaltano sul foglio immacolato, mi piace scrivere con calma, dosarle, accertarmi che siano ognuna nella giusta posizione, come i fili di un ricamo ricercato su di un lenzuolo bianco.

Così, mentre il foglio si riempie, io mi sento più libera, più leggera, come dopo una lunga corsa all’aria aperta. Spesso la sera mi  piace appuntare quello che mi succede durante la giornata, episodi divertenti, persone strane che incontro lungo la strada, frasi e motivi a me nuovi che mi hanno colpita in maniera particolare. Li scrivo cercando di ricordare con cura i dettagli ,cercando di riportare tutto.

Altre volte, invece, scrivo per paura di dimenticare. Succede quando mi rendo conto che nei miei ricordi iniziano ad esserci dei vuoti, la sensazione  è che tante cose  che stipavo nella memoria iniziano a sbiadire pian piano senza che me ne accorga. Così per un attimo mi concentro, prendo la biro e inizio a scrivere cercando di dar forma a quei pensieri ormai poco nitidi ma è solo l’inizio a spaventarmi. In un attimo volti e persone riprendono quelle fattezze di sempre, gli odori dell’infanzia sembrano entrarmi nelle narici e mescolarsi a quello dell’inchiostro. Eccoli lì, momenti passati che riprendono vita con facilità e rivedo e risento posti e voci ormai lontani ma che nella mia mente si ripresentano più belli e vivi che mai, quasi come avvolti in un’aura di favola. Sento e assaporo ogni rumore d’infanzia con tale facilità che la mia paura d’aver dimenticato in un solo attimo tutto mi fa sentire sciocca. Però decido di tenerli impressi lì, su quel foglio, e rileggo per paura che ci sia davvero tutto. Non voglio tralasciare niente.

Ma quello che mi appassiona maggiormente è scrivere di quello che succederà. Mi capita spesso di sfogliare riviste, libri ma anche semplicemente di guardare cartelloni pubblicitari e leggere nomi di posti improbabili, lontani chissà quanto da me. Immagino paesaggi orientali profumati di incenso e baciati da tramonti rossi e inizio a fantasticare su un possibile viaggio. Così, armandomi sempre della solita biro, appunto qualcosa di questi luoghi: capitali varie, cibo consigliato, religioni.. mi piace immaginare che un giorno potrò visitarli e non resteranno immagini aride  nella mia mente. 

Così inizia un viaggio, inizia prima nella mente e poi prende vita … i primi passi li muovo sul foglio, la mia unica gamba è la penna … e testarda e curiosa questa scorre senza paura fino alla fine della pagina. Allora rileggo tutto, assaporo  le parole, le prime lettere del capoverso con quei loro orpelli barocchi, assaporo persino le virgole …. Se questo non è amore …..

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