Intervista con Alessio Bertallot. La sua radio suona il web. Video

ROMA – Alessio Bertallot è uno dei principali dj di Radio 2. Dal lunedì al giovedì, dalle 22,40, ci accompagna, all’interno del suo programma, RaiTunes, alla scoperta di nuovi suoni e nuove atmosfere, spaziando dall’elettronica, al lounge, al minimal.

Ma a RaiTunes potete trovare anche jazz, black music, tutto che si contamina con tutto, perché la carta vincente per questo interessantissimo programma è sperimentare, rivisitare, tutto in chiave multimediale e interattiva, un altro dei suoi punti di forza. In questa intervista di Valentina Marchetti, Alessio Bertallot racconta ai i lettori di Dazebao il suo “dietro le quinte”.

D. Quando ha iniziato con la Radio?
A.B. : Verso la fine degli anni 80. all’epoca la Radio e soprattutto la Tv erano in fase crescente, un po’ come il web ora, per via della liberalizzazione delle frequenze ai privati, che in Italia avvenne senza regole chiare. Valse perciò la regola del più forte , e quindi, del più ricco. Ciò che c’è ancora oggi, è frutto di quel caotico Big Bang.

D. Mi racconta della sua esperienza da musicista?
A.B: Non oserei definirla un’esperienza da musicista. Ritengo ci sia un primato dei musicisti sui Dj . La preparazione a suonare uno strumento bene è infinitamente maggiore di quella di imparare a mettere dei dischi bene. Naturalmente una buona cultura musicale avvicina i dj alla preparazione dei musicisti. Ma non confondiamo i termini: per dj intendo Disck Jockey, se poi un dj fa anche il produttore, allora può essere anche un musicista. Sono stato resident dj sia ai Magazzini che al Tunnel, locali storici della Urban Music milanese, anche se la mia attività principale è sempre la radio. Ricordo ancora la prima volta che salii in consolle ai magazzini. Non lo avevo mai fatto prima,  ma imparai in fretta e qualche anno dopo mi chiesero di fare una serata al mese. Fu un modo per imparare a conoscere non solo la musica ma anche a percepire un certo “groove ” urbano, fatto di persone , di volti, di gioventù, di additivi chimico-biologici, di bassi che vibrano… insomma : un ambiente.  Qualcosa di ancestrale , comune a tutte le culture e ai tempi e che  in qualche modo avvicina il Dj al ruolo di “sciamano ” ( lo dico senza enfasi , restiamo con i piedi per terra ) di Maestro delle Cerimonie. E ‘ interessante, per me che vengo dal ruolo tradizionale di cantante, e quindi sul fronte del palco, essere una figura sospesa fra lo spotlight e l’ombra: guardi le persone che ballano, sei in mezzo a loro, eppure sei in un’altra dimensione, hai innescato un vento, come uno stregone, ne sei coinvolto solo in parte.

D.Come nasce Raitunes?
A.B: Dopo molti anni a radio Deejay , con B Side, ho pensato che fosse venuto il momento di mettere in pratica l’idea di una radio multimediale e multimodale, incrociandola con il web e la tv ( rai 5 ) e contaminando le categorie artistiche. Nel 2010 Radio 2 , che ha aperto con coraggio alla musica,  mi offrì i mezzi e l’interesse per farlo. Inventai Raitunes . Da allora cerco di interpretare in maniera creativa e culturale la mia funzione di dj , realizzando idee nuove anche per essere all’altezza di un luogo giustamente istituzionale come la Rai. Ecco perché invitare i grandi jazzisti ad improvvisare sopra la musica elettronica, ecco perché “suonare” direttamente il web, cliccando sui link musicali che mi inviano in diretta gli ascoltatori, ecco perché dare una soundtrack alle opere visive degli artisti, realizzate in diretta o andando a cercarle all’esterno.

D. In base a quali criteri sceglie i pezzi da trasmettere a Raitunes? Cosa la deve colpire?
A.B: Prima di tutto è il suono. La radio prima di essere musica, o parole, è suono. E’ il primo messaggio che passa, poi c’è una scelta culturale: cerco di suonare ciò che è cronaca dei nostri tempi, ciò che è moderno, non standard. Dagli anni ‘80 la musica è diventata “elettronica” , sono nati generi nuovi e soprattutto sensibilità nuove. Alcune grandi categorie poi,  come la black music si sono sapute incrociare in maniera innovativa. E’ un grande orizzonte che mi interessa come soggetto divulgativo. Spesso scelgo di suonare dei classici, magari presi dal jazz o dai grandi autori. La Storia. Non c’è più alcuna differenza fra quello che ascolto come persona e quello che suono come dj. Mi colpisce l’originalità . Odio la mediocrità. Rispetto il mio lavoro e il pubblico a cui mi rivolgo e non suonerei mai qualcosa in cui non credo almeno un po’.

D.Quali sono i suoi gusti musicali?
A.B: Me lo sono chiesto anche io. L’unica cosa che ho capito è che se devo suonare come musicista o cantare preferisco generi più tradizionali. Se devo fare il dj, preferisco i generi elettronici. A casa  ascolto di tutto, dalla chitarra classica alla deephouse. La musica dance mi piace solo nei club.

D. In cosa lo scenario radiofonico italiano si differenzia dall’estero?
A.B: Nella sudditanza culturale, di cui siamo campioni in vari settori. Non che all’estero siano poi tanto evoluti, ma in Italia, la musica di una vecchia gloria anglosassone, che oramai vende solo nei paesi di serie b, come l’Italia, ottiene grande visibilità. Le radio non hanno alcune velleità di indipendenza e divulgazione, e aspettano di vedere cosa ha successo all’estero, ovviamente concentrandosi solo sul mainstream. C’è una cosa però in cui siamo imbattibili: la radio di parola, ovvero chiacchiere e simpatia, pecoreccio e servilismo: Francia o Spagna, “purché se magna”.

D.Ha lavorato anche a teatro, come nasce quest’esperienza?
A.B: Da amici che mi ci hanno coinvolto. Prima la Banda Osiris, che all’inizio faceva un teatro di strada, di tradizione sopratutto nordeuropea, un teatro di assalto e improvvisazione, di outsiders e inventiva. Poi Lucilla Giagnoni, attrice molto legata ai testi letterari con la quale ho lavorato come dj, sostanzialmente usando la tecnica da dj e i dischi per realizzare la colonna sonora allo spettacolo teatrale, che poi era la lettura dell’ Inferno di Dante.

D. C’è qualcosa cui vorrebbe dedicarsi, per cui non ha avuto modo?
A.B: I viaggi. Vedere il mondo. La radio mi obbliga a Milano, ma basta Google Earth a farmi sentire come quando leggevo Salgari o Verne.

D.Com’è una sua giornata tipo?
A.B: Troppo spesso, come oggi, dopo avere finito di suonare tardi e cercando nel caffè la lucidità. Poi affronto la posta ( 150 mail al giorno , di cui 140 inutili ) . Poi la musica:  ascolto tracce nuove, e comincio ad impostare la scaletta del programma serale a Radio 2. Nel pomeriggio vado in redazione e tra riunioni con i collaboratori e la definizione dei contenuti della serata , la sera arriva in fretta. Cerco di fare sempre un po’ di sport, per fare reset. Poi ci si prepara per la diretta, dal lunedì al giovedì. Il weekend, spesso si viaggia per suonare. La notte a casa cerco di leggere un libro, ma crollo sempre dopo poche pagine….

Raitunes – Marvin Gaye All Stars  – Video

Live Remix: nell’arco di alcuni mesi grandi artisti jazz sono stati intercettati dal programma radiofonico di Radio2, RaiTunes e ad ognuno di loro è stato chiesto di improvvisare sulla versione a cappella di What’s Going On di Marvin Gaye. In occasione della Red Bull Music Academy a New York questa operazione ha potuto essere completata nei loro studi. In seguito le tracce sono state mixate da Alessio Bertallot, negli studi BlueScore di Milano. Al suono si sono accompagnate le immagini di Marco Ligabue. Questo è il risultato finale andato in onda a RaiTunes (Radio2) e RaiTune5 (Rai5).
http://www.youtube.com/watch?v=Fx0kpMR20nY

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