Vertici di Enav e Selex sotto inchiesta. I faccendieri del business

False fatturazioni per produrre fondi neri da nascondere in paradisi fiscali.

Finiscono nel mirino della magistratura i vertici dell’ente per l’assistenza al volo e la moglie del presidente di Finmeccanica. Berlusconi: «Paese suicida»

ROMA – Una indagine condotta dalla Procura di Roma, diretta dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di una decina di persone tra cui spiccano il presidente e l’amministratore delegato dell’Enav, Luigi Martini e Guido Pugliesi, e la responsabile della Selex sistemi integrati, Marina Grossi, moglie del presidente di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini. Risulta indagato anche Lorenzo Borgogni, direttore delle relazioni esterne di Finmeccanica, coinvolto, però, per il ruolo ricoperto in una delle società perquisite stamattina. Oggi, infatti, i carabinieri del Ros e gli agenti della Guardia di Finanza hanno eseguito delle perquisizioni nelle sedi dell’Enav e delle società che dall’ente nazionale di assistenza al volo hanno ricevuto appalti. Per gli indagati i capi di accusa sono decisamente gravi e vanno dalla corruzione alla frode fiscale.

Anche se non direttamente coinvolti, tornano alla ribalta delle cronache Finmeccanica ed il suo presidente Guarguaglini, oggetto di una puntata della trasmissione televisiva Report andata in onda domenica, che ha messo in luce i rapporti tra il faccendiere Gennaro Mokbel e la più importante azienda italiana. Finmeccanica, però, non è una azienda come tutte le altre, perché il suo azionista di maggioranza è il Ministero dell’Economia, che ne sceglie il presidente, ed indagini come questa fanno trasparire un sistema di illegalità diffuso, sfruttato da “furbetti” con amicizie politiche (ricordiamo che nella vicenda Mokbel era coinvolto anche il senatore del Pdl eletto all’estero con l’aiuto della ‘ndrangheta Nicola Di Girolamo). Boiardi di Stato, pronti a mettere in piedi sistemi di false fatturazioni per evadere il fisco e frodare l’Iva, depositandola poi in paradisi fiscali al riparo da qualunque sguardo indiscreto.

Le dichiarazioni di Berlusconi
Non fa nulla per contraddire questa visione il Presidente del Consiglio, che, appena appreso della notizia dell’indagine, ha commentato: «Sono preoccupato, perché Finmeccanica è un’asset straordinario e mi auguro che queste indagini portino a nulla. Considero suicida che il Paese proceda contro chi costituisce la sua forza operativa», come se dovesse essere al di sopra della legge chi produce o dovrebbe produrre ricchezza. Anche il Ministro degli Esteri Frattini tuona contro le indagini e definisce alcune vicende, come questa che riguarda Finmeccanica o la sovraesposizione dei problemi legati ai rifiuti di Napoli e ai crolli di Pompei, sono «il sintomo di strategie dirette a colpire l’immagine dell’Italia sulla scena internazionale».

Le prese di distanza dalle parole del Cavaliere sono arrivate immediatamente. Il presidente dell’Anm Giuseppe Cascini ha replicato sostenendo che «è dovere delle Istituzioni collaborare con la Magistratura nella difficile azione di contrasto alla corruzione e non quello di attaccare le iniziative giudiziarie senza conoscerne motivazioni e contenuti». Diliberto, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra è sdegnato: «Quanto affermato da Berlusconi in merito alle indagini in corso su Finmeccanica sono di una gravità inaudita e confermano la pericolosità che alberga nel personaggio. Siamo alla follia. Un serio Presidente del Consiglio dovrebbe chiedere di fare piena e immediata luce sulla vicenda e non attaccare i magistrati chi indagano». Per Donadi dell’Idv «l’indagine che riguarda Finmeccanica e i vertici Enav è il modo migliore per tutelare l’azienda e con lei tutto il Paese, proprio perché riguarda interessi strategici per l’Italia. Ciò che davvero è irresponsabile o pericoloso – continua Donadi – è la delegittimazione delle inchieste da parte di Berlusconi che esprime affermazioni assolutamente fuori luogo».

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