Mare, cipressi, filari, cantine e tanta luce, quella del sole e quella riflessa dal Tirreno, un susseguirsi di colline che creano un anfiteatro a protezione di questa enclave toscana.
Clima temperato con ventilazione costane e buona escursione termica anche in piena estate, terreni fertili, luminosità che consente la perfetta maturazione delle uve. E’ il mondo magico di Bolgheri. Per il presidente del gruppo Feudi, Antonio Capaldo, è un colpo di fulmine. Feudi di San Gregorio, azienda irpina simbolo del rinascimento enologico del Sud con oltre 300 ettari vitati di proprietà, approda nella pregiatissima area Doc toscana con un’acquisizione di 15 ettari di vitati di Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Syrah e Petit Verdot, frutto di investimento di circa dieci milioni di euro per vigna Doc, cantina e villa venduti dalla Tenuta Guicciardini Strozzi a febbraio 2015.
E’ una sfida un grande orgoglio di un’azienda del Sud che decide di confrontarsi con una realtà importante e vitigni internazionali di grande pregio.
“Con 60mila bottiglie prodotte, su un potenziale di 150mila, la cantina di Bolgheri prende un nuovo nome che – spiega Capaldo – è un toponimo che evoca poesia, sogno. L’idea è dare vita ad una coppia di vini che interpretino con personalità la denominazione e anche di condividere la magia del luogo. Il progetto, che sta prendendo forma ruota intorno al concetto di giardino incantato e un fantastico vigneto-giardino aperto al pubblico è quello che vogliamo organizzare la prossima primavera”.
“Abbiamo acquistato – ha continuato Capaldo – una bella cantina per le microvinificazioni e già esiste un vino del 2015 che abbiamo trovato, tagliato, vinificato e chiamato Stupore. Dal 2016 in poi il vino sarà tutto nostro. Per ora è presto per fare un vino in purezza di alto livello , gli enologi e lo staff stanno studiando le viti e il loro rendimento. L’azienda in futuro cambierà virando verso il Cabernet Sauvignon, ma la partenza attuale è dal Merlot che è già presente. Per il momento è presto per fare un vino in purezza di livello alto, gli enologi e lo staff stanno studiando le viti e il loro rendimento in un prossimo futuro si cambierà virando verso il Cabernet Sauvignon, ma la partenza attuale è dal Merlot che è già presente”.
Antonella Fiorito