Damar

(A Stefano. Il ricordo è un piccolo granello che riempie lo spazio dell’assenza)

chiudo gli occhi, il buio

resto in attesa, pochi istanti, un’ eternità

solo il suono del silenzio e il battito del cuore

ho voglia di dondolarmi. Di cullare il mio corpo

intono una ninna nanna, il suono esce dalle labbra come una antica nenia

che allontana il dolore

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alzo lo sguardo le luci  i suoni, la gente

i miei occhi raccontano, mi alzo

continuo a dondolare 

sento ancora il suono della nenia

arriva da lontano

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Sono vestita di nero

all’ appuntamento con i ricordi mi faccio trovare elegante come al primo incontro

sono bella, una bellezza malinconica

le labbra leggermente tese, accennano un sorriso

forse è una risata isterica.

non ho mai pianto ai funerali, neanche a quello di mia madre

forse non piangerò neanche oggi

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mi osservo da fuori, cammino elegante 

indosso la maschera gelida delle circostanze

continuo a dondolare, cullandomi sulle note della ninna nanna

mi fa compagnia

volti conosciuti, ma lontani

sembrano salici piangenti

sento le gocce di rugiada scendere dagli occhi arrivano alle labbra

non sapevo che la rugiada fosse salata

il profumo degli alberi

no , è l’incenso,

il prete è venuto a benedire il feretro

giace su un letto di foglie

dono dei salici piangenti

inizia la processione

resto lontana , mi rassicura

camminiamo lentamente

sembra una danza triste

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si alza il vento , strano il vento in giugno

ho il sudore che scende lento nella schiena,

mi ricorda le notti estive quando fai l’amore  e i corpi si amano bagnati dal piacere

sorrido, sotto la maschera

mi giro, scorgo da lontano il suo amato

non parliamo, non c’è il tempo

elegante all’ appuntamento con i ricordi

gli occhi dolci di malinconia.

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