I colossi di Parma

Ercole che hai? Le chiese Bacco che difronte a lui si ergeva nel silenzio della galleria di Parma.

Entrambi i colossi dividevano quello spazio da tempo non avevano molto da dirsi Ercole un semidio appariva stanco, le sue dodici fatiche trasparivano dalle venature del marmo. Bacco anche lui mutilato di braccia forse annoiato e triste di non poter nascondere le ferite del corpo cercava nell’amico una parola di conforto. Ercole rispose con veemenza amico mio gioisci pensa agli sguardi degli uomini stupefatti e ammirati dalle nostre forme, ci guardano meravigliati per le fattezze perfette create da artisti oggi inesistenti siamo l’orgoglio del passato. Bacco sorrise pensando alle sue famose feste, al suo vino nettare degli dei…che peccato rivolto ad Ercole non poterti offrire una coppa di buon Merlot ci avrebbe fatto bene e dimenticare che siamo senza braccia, non ti sembra una cattiveria?! Ercole rispose già è cosi che ci vogliono, è un miracolo che ci siamo conservati quasi interi potevamo essere senza testa cosi almeno posso guardarti e vedere la gente e il nostro custode che veglia su di noi e ci protegge dai vandali ignoranti che non conoscono la storia del passato. Siamo una leggenda felici di non far parte di questa umanità impazzita regaliamo loro la bellezza rimanendo estranei ai loro misfatti e alle loro ipocrite curiosità. Solo noi sappiamo delle nostre gesta e del perché siamo oggi qui…per illuminare il pensiero di come potrebbe essere stata la vita di oggi con uomini della nostra statura. D’improvviso le voci si acchetarono e una luce illuminò la sala i primi visitatori iniziarono a sfilare ai piedi delle statue, si udiva un leggero brusio di voci mentre Bacco ed Ercole restavano nel loro eterno silenzio avvolti da un antico mistero.

Mirella  Narducci

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