Michael Jackson. Omicidio colposo o suicidio?

LOS ANGELES – Il dottor Murray si è presentato in aula alla ripresa del processo affermando: ”Michael Jackson mi supplico’ di somministrargli il Propofol”, intendendo dimostrare come il paziente fosse disperato, alla ricerca della dose che gli avrebbe dato la pace.

Intendendo dimostrare come non potesse sottrarsi a questo ingrato compito, avvalorando il comportamento di Michael  come suicidio. Così Murray ha ammesso di aver somministrato il potente anestetico, ma allo stesso tempo si e’ dichiarato non colpevole per l’accusa di omicidio.
Ma non è tutto:  Orlando Martinez, investigatore della polizia Californiana che interrogò il medico poco dopo la scomparsa della pop star,  ha aggiunto che Conrad Murray si sarebbe deciso a iniettare una dose di Propol per scongiurare la minaccia, fatta da Jacko, di cancellare parte dello spettacolo previsto alla 02 Arena di Londra, se non gli avessero somministrato un medicinale per alleviare i dolori . Stando  alle trascrizioni degli interrogatori, Murray diede al paziente una dose di Profofol per sei giorni a settimana per due mesi:  il dottore cercò di diminuire progressivamente la quantità di farmaco per evitare assuefazione e tossicodipendenza. Nell’ultima notte di vita, il cantante rincasò verso l’una di notte dopo le prove e domandò a Murray il “solito” rimedio contro l’insonnia.

Il dottore, sulle prime, ammise di aver somministrato un mix di sedativi come Lorazepam e Midazolam, oltre che alcune pillole di Valium. Verso le 10 e 40 del mattino successivo, e dopo insistenti richieste della star, Murray somministrò a Michael la dose letale di Profofol. Attorno alle 11 il cantante di addormentò  e il dottore si assentò  due minuti in bagno. Al suo ritorno il cuore del re del Pop sembrava essersi arrestato. La prima telefonata al 911 venne effettuata alle 12 e 20,  oltre un’ora dopo la crisi che annientò Michael. Il dottor Murray ha giustificato il ritardo nel chiamare i soccorsi con l’aver sottoposto l’ assistito alle procedure di rianimazione. Rivelatesi poi vane.
Il detective Orlando Martinez   ha fatto questa precisazione fondamentale: ”Murray e’ colpevole di negligenza, ha sprecato tempo a nascondere prove che avrebbero potuto metterlo in difficolta’ invece di cercare aiuto”.  Questa negligenza, se provata, potrebbe avere ripercussioni pesanti per il medico pagato 150.000 dollari al mese.   Tempo addietro  Conrad Murray fu sollevato dall’accusa di omicidio colposo. Se l’iter dovesse ridefinire la sua posizione alla luce di altri particolari e aprire una nuova branca processuale, nessuno potrebbe togliere a Murray una condanna a quattro anni.

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