Gil Scott Heron, con lui scompare un pezzo della musica nera

NEW YORK – Se n’è andato a soli 62 anni, Gil Scott Heron, il musicista e poeta un po’ dannato, definito uno dei precursori della musica rap. Herono era nato a Chicago ma aveva trascorso gran parte della sua vita nel Bronx, condividendo in quel quartiere difficile la quotidiana lotta per i diritti degli afro americani.

Un percorso lungo e difficile che traspaiono dai testi di Heron, tanto da essere definito come un ideologo radicale della razza nera.  È famoso in particolare per ‘The revolution will not the televised’ canzone del 1974 dal titolo emblematico e per ‘The bottle pezzo del 1978 con cui scalò le classifiche americane e de europee.  Nonostante non incidesse dischi da tempo e avesse avuto diversi problemi di droga, continuava ad andare in tour; con la sua musica e le sue parole ispirando intere generazioni di musicisti afroamericano. Nella sua carriera ha inciso ben 20 album.

Nel 2001 Gil Scott-Heron fu arrestato per reati di droga e per violenza privata. Apparentemente, la morte della madre, le spese per il funerale e la cocaina lo portarono in una spirale negativa. Uscito di prigione nel 2002, Gil Scott-Heron lavorò con i Blackalicious e apparve nel loro album Blazing Arrow. Negli ultimi anni passò altri problemi giudiziari legati alla droga, ma Scotto fu anche professore di scrittura creativa, poesia e romanticismo presso la Johns Hopkins e a Washington nel Distretto di Columbia. Insomma un personaggio davvero originale ed eclettico che portò la sua particolare  innovazione nella musica nera. ma c’è dell’altro. Oggi i testi delle sue canzoni corrono ancora sul web, tanto da essere diventate lo slogan  usato dai giovani maghrebini e anche degli indignados spagnoli: “”La rivoluzione non sara’ trasmessa in tv/ la rivoluzione non andra’ in replica, fratelli/ la rivoluzione sara’ dal vivo”.

 

Gil Scott-Heron – The Bottle

 

Gil Scott-Heron – The Revolution Will Not Be Televised

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