Michael Jackson e l’ asta simoniaca. VIDEO

LOS ANGELES –  “Thriller”, album di Michael Jackson che uscì alla fine del 1982, segnò lo spartiacque nel quale  i video divennero il mezzo promozionale per la musica pop e MTV il canale più importante. Vincitore di ben 8 Grammy Awards, ne furono vendute 100 milioni di copie e, primato mondiale insuperato, continua a vendere ancora.

Per girare il videoclip Jacko,  affascinato da “Un lupo mannaro americano a Londra”, aveva chiamato John Landis. Il regista gli aveva chiesto cinquecentomila dollari e il produttore lo aveva coperto di insulti ma,  piuttosto che rinunciare, Jackson aveva preferito pagare di tasca sua: voleva che per “Thriller” Landis ripetesse qualcosa di strabiliante e analogo al film. Michael ballò come mai. Alcune difficoltà frenarono il lancio del video quando fu pronto: il cantante dovette precipitarsi dal suo avvocato perché i testimoni di Geova, saputo che in Thriller c’era una danza di zombie, lo accusarono di promuovere pratiche occulte.  John Branca, l’avvocato, suggerì di aggiungere in sovraimpressione, una dichiarazione nella quale si specificava che il girato non intendeva promuovere alcunché. Quando fu pubblicato fu subito best seller. Vi compariva il Michael Jackson dei tempi migliori, sensualissimo in una sgargiante giacca di pelle nera e rossa.  

 

Quella giacca il re del pop l’ha poi donata a Dennis Tompkins e Michael Bush che hanno deciso di metterla all’asta, in concomitanza con il secondo anniversario della sua morte.  Il 25 e 26 giugno verrà bandita alla Julien’s Auctions Gallery di Beverly Hills. Il suo valore è quotato dai 200.000 ai 400.00 dollari. Non ci sarà solo la giacca ma anche il guanto unico di Michael (a soli 20 mila dollari), un cappello utilizzato nelle riprese (  2.000 dollari) e la parrucca usata per la presentazione del “This is it tour” (6.000 dollari). Nella stessa asta saranno battuti anche altri cimeli: la fiammante Jaguar del 1986 di Frank Sinatra e alcune chitarre di Johnny Cash, Eric Clapton e Paul McCartney.

 

Dato l’insuperato valore attribuito a tutti gli oggetti del re del pop, più di uno psicoanalista ha spesso paragonato tale compravendita a quella di oggetti di alto valore spirituale. Il commercio venale di beni sacri e spirituali nella chiesa è risaputo si chiami simonia. Al tempo della riforma  celeberrimi furono gli abusi fatti nel commercio di indulgenze e reliquie. Ovviamente l’asta delle reliquie di Michael Jackson non ha nulla a che fare con queste compravendite più tristemente famose. Ma il valore riconosciuto agli oggetti di Jacko lievita per il suo simbolismo spirituale. Quasi a dire, anche l’anima ha un prezzo. Non a caso l’organizzatrice dell’asta ha riferito che parte del ricavato della giacca sarà donato alla riserva Shambala, casa attuale delle tigri che vivevano con Michael Jackson al Ranch  di Neverland.  Dunque  parte del ricavato è d’obbligo devolverlo in beneficenza.

 

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