Rem, passione e impegno politico

Nel 1992 esce “Automatic for the people”, uno degli album più amati della band americana

“Ho sempre pensato che la sessualità sia un argomento molto scivoloso. In questi giorni di questa era, si tende ad essere classificati ed etichettati: penso che le etichette siano per il cibo. Cibo in scatola.

Se sono stanco di me, sono sicuro che anche il pubblico lo sia. Se non siete d’accordo con me, bene! Perché questo è il bello dell’America: siamo in grado di dissentire!”

(Michael Stipe)

Rem: da sempre contro il sistema

Negli oltre trent’anni di carriera il gruppo rock statunitense dei Rem ha occupato un posto di rilievo nella musica popolare statunitense. Il grande impegno civile, sociale e politico del cantante Michael Stipe, è stato fondamentale soprattutto negli anni delle presidenze Reagan e dei Bush. I testi dei Rem sono stati sempre molto duri, corrosivi e aspramente critici nei confronti della politica espressa dai citati inquilini della Casa Bianca. Nell’arco degli ultimi 25 anni, i Rem sono stati riconosciuti come uno dei gruppi più importanti per la definizione dell’estetica della musica underground e indie (neologismo della lingua inglese derivato dalla contrazione del termine independent). Tale corrente è riferibile ad un insieme di generi musicali caratterizzato da una certa indipendenza, reale oppure percepita, dalla musica pop e da una cultura cosiddetta mainstream (cultura di massa), nonché da un approccio personale alla musica stessa. La loro influenza, infatti, si estende ancora oggi su moltissime formazioni, etichette e scene musicali).

La ‘disperazione’ di Michael Stipe si interruppe nel 2008: “Durante l’ultimo disco la mia nazione era ancora governata da Bush e Cheney, e non potevamo avere speranza”. L’arrivo di Obama ci ha risollevati tutti. Lui è una persona stupenda e un presidente meraviglioso”.

I Rem (la fase del sonno in cui si sogna) si formarono nel 1980 nell’università di Athens, in Georgia, il profondo e arretrato Sud degli Stati Uniti. I membri sono il cantante Michael Stipe, il chitarrista Peter Buck, il bassista Mike Mills e il batterista Bill Berry. Il debutto discografico avvenne nel 1983 con “Murmur” a cui fecero seguito “Reckoning” (1984), “Fables of the Reconstruction” (1985) e “Life Rich Pageant” (1986) che vinse il primo disco di platino.

E’ tuttavia con “Document” (1987) che i Rem raggiungono il grande consenso internazionale e ben tre dischi di platino e uno d’oro. Il gruppo statunitense, giunto alla maturità espressiva contende agli U2 il primato come la miglior rock band del decennio. La musica dei Rem si fa via via più complessa e ambiziosa; i testi di Michael Stipe sono riassuntivi del movimento progressista e pacifista che rifiuta l’ideologia conservatrice del presidente Reagan.

Con “Out of time” (vincitore di ben 17 dischi di platino) i Rem raggiungono il primo posto negli Usa e conquistano le prime posizioni anche in diversi paesi europei. All’inizio degli anni ’90 sono una delle realtà musicali ‘alternative’ più originali del panorama internazionale. Il singolo “Losing my religion” è una sorta di manifesto esistenziale del gruppo. In questo momento di grazia i Rem compongono forse il loro album più rappresentativo, “Automatic for the people”, un altro grande trionfo internazionale.

“Automatic for people”, l’esistenzialismo dei Rem

Le registrazioni del nono album furono molto impegnative per il gruppo. I Rem incisero le 12 canzoni tra il novembre del 1991 e il maggio del 1992. A differenza degli altri album, la band utilizzò molti strumenti e usufruì anche dell’apporto di una sezione d’archi i cui arrangiamenti furono curati da John Paul Jones, ex componente dei Led Zeppelin. Il bassista Mike Mills suona anche il pianoforte, l’organo e le tastiere; Peter Buck oltre alla chitarra elettrica suona anche le chitarre acustiche e il mandolino. Scott Litt suona l’armonica e il clavinet; Deborah Workman suona l’oboe.  Anche il batterista Bill Berry si cimenta alle tastiere e al piano elettrico. Tale ‘spiegamento’ strumentale è uno dei motivi per cui l’album risulta essere uno dei più ambiziosi e riusciti dei Rem nell’arco della loro carriera. La splendida “Everybody hurts” è un’intesa ballata disperata e allo stesso tempo speranzosa, (il cantante Stipe qui si rivolge infatti a qualcuno, probabilmente un giovane, che si trova in difficoltà estrema, al punto da pensare di non voler più vivere); “Man on the moon” è dedicata al talentuoso e trasgressivo attore Andy Kaufman, “Ignoreland” è un durissimo attacco verso l’America di Reagan e Bush mentre “Monty got a raw deal” è un omaggio al grande Montgomery Clift.

L’attenta produzione dei Rem e di Scott Litt, i suoni curatissimi, gli arrangiamenti che ‘colorano’ con archi e tastiere quasi tutti i brani dominati dalle chitarre, i testi di grande profondità e impegno civile fanno di “Automatic for people”, uno dei migliori album degli anni ’90.

Il disco uscì il 5 ottobre del 1992 e fu un grande successo in tutto il mondo. Raggiunse il 1° posto in Gran Bretagna e Nuova Zelanda, il 2° posto in Australia, Germania, Stati Uniti e Olanda, il 3° posto in Canada, Austria e Svizzera, il 4° posto in Italia e il 9° in Germania. “Automatic for the people” ha venduto nel mondo oltre 18 milioni di copie

Testo del brano “Everybody hurts

“Quando il giorno e lungo e la notte, la notte e solo tua, 

Quando sei sicuro che ne hai avuto abbastanza di questa vita, resisti 

Non lasciarti andare, tutti piangono e tutti soffrono a volte 

A volte tutto è sbagliato.ora è tempo di cantare insieme 

Quando il tuo giorno è notte, solo (resisti, resisti) 

Se ti senti come se stessi andando via (resisti, resisti) 

quando pensi di averne avuto abbastanza di questa vita,resisti 

Tutti soffrono, trova consolazione nei tuoi amici 

Tutti soffrono, non rovesciare la tua mano.oh no.non rovesciare la tua mano 

Se senti di essere solo, no, no, no, non sei solo 

Se sei solo in questa vita. I giorni e le notti sono lunghe. 

Quando pensi di averne avuto abbastanza di questa vita da resistere 

Beh, tutti soffrono a volte. 

 

Tutti piangono e tutti soffrono a volte. 

E tutti soffrono a volte, allora, resisti, resisti 

Resisti, resisti, resisti, resisti, resisti 

(tutti soffrono, non sei solo)”

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