Amy Winehouse. Il mestiere di vivere

LONDRA – A fine 2008 Blake Fielder-Civil, ex marito di Amy Winehouse, ha rilasciato un’ intervista a News of the World in cui dichiarava: “Ho commesso il più grosso errore della mia vita a iniettarmi eroina di fronte a Amy”,  poi ammetteva di aver introdotto sua moglie, che prima di conoscerlo consumava solo cannabis,  al crack e alla cocaina: “La prima volta che Amy ha preso il crack mi ha chiesto: posso provare un pò di quello?”.

Quindi ammette: “Ero lì con lei quando Amy ha avuto il suo primo collasso. Avevamo assunto droga tutto il giorno, eroina e crack. Abbiamo iniziato presto e finito tardi. Non pensavamo di fermarci. Poi lei si è sentita male: mia moglie, che io amo con tutto il cuore e la mia anima, ha iniziato ad agitarsi violentemente di fronte a me. Io ho iniziato a piangere e l’ ho messa in posizione distesa. E’ stato straziante vederla dibattersi sul pavimento e poi non essere riconosciuto da lei che, dopo aver ripreso conoscenza, sembrava isterica e pazza: porterò con me nella tomba l’ immagine di Amy che mi chiedeva ‘chi sei tu’? Non sapeva chi ero. Ho detto a Amy: ’sono tuo marito’. Sapevo che avevo rovinato qualcosa di bello. E’ stata tutta mia la colpa. E’ stata la cosa peggiore che mi sia mai successa nella vita”.

A fine 2008 Amy Winehouse si trovava in una clinica londinese, dove è stata ricoverata d’ urgenza. Il suo portavoce dichiarò fosse una reazione avversa a un farmaco del programma di disintossicazione, ma secondo altri la Winehouse aveva tentato il suicidio o comunque esagerato con droga e alcool dopo aver parlato al telefono con suo marito.    A quel tempo, separati uno dall’altro, Blake disse  a News of the world: “ In un mondo ideale io e e Amy vivremmo insieme in una bella casa con i nostri due bambini e tutto questo sarebbe solo un lontano ricordo. Ma a causa della droga non possiamo avere una vita normale insieme. Per questo devo lasciarla”.

Sappiamo tutti com’è andata. Nell’attesa che siano chiarite le cause della morte della cantante il pericolo più imminente è che Blake Fielder-Civil,  possa tentare il suicidio. Sua  madre Georgette dice: “Blake si ucciderà. Lui non ce la farà senza di lei. Sarà devastato, totalmente e completamente devastato. Tornerà subito all’autolesionismo. Dovrò chiedere al carcere di farlo sorvegliare a vista. Si sono sempre sentiti con Amy. Blake l’ha sempre voluta dietro di sé. Lei non riusciva a camminare lontano da lui e lui non poteva camminare lontano da lei. Si sono persi entrambi e noi non abbiamo saputo gestirlo.”
Il giorno dopo i funerali Mitch, il padre di Amy Winehouse,  ex tassista diventato cantante jazz, si è impegnato a creare una fondazione a nome della figlia: “Ero con mio cugino a New York, quando ho appreso la notizia della morte e subito ho pensato di creare una Fondazione Amy Winehouse, qualcosa per aiutare ciò che lei amava, i bambini, i cavalli, ma anche coloro che lottano contro l’abuso di sostanze. In questo paese se non ti puoi permettere una clinica di riabilitazione privata, c’è una lista d’attesa di due anni per essere aiutati – ha spiegato Mitch, aggiungendo – Con l’aiuto del parlamentare Keith Vaz stiamo cercando di cambiare le cose”. Ieri alla cerimonia di addio alla star il padre 60enne è scoppiato in lacrime e ha detto che sua figlia si era ripresa: “Tre anni fa Amy ha battuto la dipendenza dalle droghe, i medici avevano detto che era impossibile, ma lei ce l’aveva fatta”.

Amy e Blake famosi ma simili a migliaia di anime anonime che, non potendo attirare l’attenzione, vanno alla deriva in silenzio. Il senso di impotenza di mamma Georgette, di papà Mitch,  è quello di migliaia di altre madri e padri. Si è persino voluto vedere nei morti dello spettacolo,  a soli 27 anni e  per  medesime cause,  una leggendaria maledizione. Un arcano che tradisce come nel tessuto sociale del nostro mondo opulento, crisi economica a parte, qualcosa non funziona: la felicità è un lusso molto raro, meno che mai garantito dal denaro e dal  successo. Ma allora cosa ci manca?
Non è possibile rispondere con un articolo a una domanda così complessa,  impossibile a una sola persona. Si può tentare di avviare una meditazione che si spera diventi collettiva: medicere viene dal latino e significa curare, meditando trasformiamo effettivamente i tracciati del nostro cervello.

Chi conosce per averlo sperimentato il problema della droga, sa che si può risolvere, sebbene con difficoltà estrema, soprattutto dopo aver toccato il fondo. Più difficile è debellare quell’insoddisfazione, quella depressione, quell’insicurezza che, in molti casi, alla droga conducono. Alcune persone sono uscite dal tunnel attraverso una via singolare, usata anche da chi é lontano anni luce dall’uso di sostanza  stupefacenti: la ricerca spirituale. Il nostro mondo non sa cosa sia la spiritualità. La considera un optional. La assimila alle religioni tout court, a volte al fanatismo. Crede sia tempo perso. Eppure a ogni uomo servirebbe riflettere sul mestiere di vivere. Vi sono scuole di buddismo nel nostro paese, che chiedono a gruppi di persone di incontrarsi per discutere sulle difficoltà dell’esistenza e sulla ricerca della felicità. Insegnano che non sono i problemi a travolgerci ma il nostro modo di affrontarli,  che l’unica felicità possibile è quella che nasce al nostro interno, insegnano l’accettazione della vita. Raccontare il proprio se, confidare le proprie debolezze, ascoltare le difficoltà altrui, mettere a fuoco il comportamento più costruttivo, fa sentire più sicuri e meno soli. E’ un modo di socializzare in un mondo in cui gli individui sono gli uni accanto agli altri eppure distanti. La cura dell’anima è una necessità. Molti personaggi dello spettacolo, il più famoso è Richard Gere, sono approdati  a ciò sentendo come notorietà e ricchezza non colmano l’ interiore. La ricerca del benessere per l’uomo si fonda su nutrimento di stomaco e cuore.
E voi cosa altro suggerite ancora?

Amy Winehouse cantava  la gelosia, il tradimento e la fine di un amore in Back to black: “ci siamo detti arrivederci solo a parole, sono morta cento volte, torni da lei e io torno in nero”, dove tornare in nero significava vestirsi a lutto, sentire l’alito della morte. Amy cantava “Life Is Like A Pipe” : la vita è come un camino, una canna fumaria, cioè  una parete scivolosa, e lei si paragonava  ad una moneta che tentava di scalarla. Cosa ovviamente impossibile.  Ma un modo per vivere al meglio deve esserci: il mestiere di vivere lo si impara.

Back to black – Testo Traduzione
Non ha lasciato il tempo di rimpiangere
Ha mantenuto il suo cazzo bagnato
Con la sua solita vecchia scommessa sicura
Io e la mia testa alta
E le mie lacrime asciutte
Andare avanti senza il mio ragazzo
Sei andato di nuovo a ciò che conoscevi
Così lontano da tutto ciò che abbiamo passato
E ho camminato su una strada faticosa
Le mie probabilità sono sfavorevoli
Tornerò in nero/lutto
Ci siamo detti “addio” solo con le parole
Sono morta un centinaio di volte
tu torni da lei
Ed io torno a…
Io ritorno da noi
Ti amo tanto
Non basta
Ti piace sniffare e mi piace fumare
E la vita è come una canna
E sono come un piccolo centesimo che rotola per il muro
Ci siamo detti “addio” solo con le parole
Sono morta un centinaio di volte
tu torni da lei
Ed io torno a…
Lutto, lutto, lutto, lutto, lutto, lutto, lutto
Torno a
Torno a
Ci siamo detti “addio” solo con le parole
Sono morta un centinaio di volte
tu torni da lei
Ed io torno a…
Ci siamo detti “addio” solo con le parole
Sono morta un centinaio di volte
tu torni da lei
Ed io torno in lutto

Amy Winehouse – Back to black

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