Michael Jackson, scandalo a Neverland – racconto ventunesimo

Nell’estate del 1993 Michael Jackson stava per iniziare la seconda parte del “Dangerous world tour” quando accaddero gli avvenimenti sui quali, tutt’oggi, nessuno è riuscito a fare chiarezza, nessuno potrebbe mettere la mano sul fuoco:  i misteri più grandi sono quelli in cui ogni spiegazione è possibile, per questo, ogni supposizione vale l’altra.

Ma la vita di Michael Jackson è  interessante anche per i tragici interrogativi, ai quali ognuno dà la sua risposta. Unico riferimento il nostro fallibile intuito, finché il tempo non sedimenterà un’opinione di buon senso universalmente accettata.

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Dopo avere scoperto suo figlio e il cantante distesi nello stesso letto, il dottor Evan Chandler fu sicuro che il tassello mancante  alla conferma degli abusi sessuali, fosse una confessione spontanea di Jordie. Ma come ottenerla? Jordie dipendeva da Michael, ogni qualvolta aveva tentato di indagare si ribellava. Evan Chandler era determinato a scoprire la verità nascosta: odiava per invidia Michael Jackson ma al tempo stesso era convinto rappresentasse una reale minaccia per il suo bambino, la prima occasione gli avrebbe dato la chiave di volta per aprire la cassaforte dei segreti,  salvare suo figlio e chiedere un risarcimento prezioso. Risarcimento non solo economico, anche psicologico, visto che ridurre il cantante a “Wacho Jacko”, Jacko lo strambo, significava riabilitare la percezione denigrata di sé. Il re del pop lo aveva annientato con la sua statura gloriosa e lui aveva sentito ancora più amaro quel destino che gli aveva chiuse le porte spalancate  a Michael Jackson.

Quale dentista Evan Chandler più volte si era affannato a rimproverare Jordan di non aver cura della bocca, di mangiare troppe caramelle a casa della pop star, abitudine che procurava la carie. Per controllare lo stato dei denti del bambino lo invitò nello studio fortunosamente aperto dopo aver rischiato la radiazione dall’album per incompetenza.   Eventualmente gli avrebbe estratto un molare che non riteneva più curabile. Quando il piccolo arrivò nell’ambulatorio,  ispezionate le arcate dentali, il dottor Chandler rifletté a lungo e sentenziò con voce grave:
Devo proprio cavartelo…
Jordie lo guardò atterrito.
Non aver paura, ti faccio un anestetico e non sentirai niente…
Il dottor Chandler allora somministrò al suo bambino una fiala di sodium amytal, antidolorifico con poteri stupefacenti, capace di indurre in uno stato di dormiveglia che, come l’alcol, stordiva, allentava i freni inibitori, rendeva possibili confessioni involontarie e dubbie. Appena capì  che il piccolo era narcotizzato, invece di passare all’estrazione, gli chiese:
Michael Jackson ti ha mai toccato il pisellino?
Jordan lo guardò intontito.
Michael  ti ha mai toccato il pisellino?
Silenzio e stupore.
Ti ha toccato il pisellino?!
Sì…. – biascicò Jordie.
Era fatta, pensò Evan Chandler, la verità alla fine era affiorata! Sorrise soddisfatto stabilendo che adesso tutto era di competenza dell’avvocato.

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Interpellato giorni dopo un legale, seguì il suo consiglio di mettersi al sicuro da qualsiasi conseguenza e tutelare suo figlio, consultando subito uno psichiatra che potesse stabilire che tipo di molestie avevano traumatizzato il piccolo. Il dentista, dopo avere portato Jordie da un luminare, restò dietro la porta in attesa spasmodica del verdetto. Quando il medico accompagnò fuori il ragazzino, non era passata un’ora ma a lui sembrò un anno.  Lo psichiatra guardò il padre e si schiarì la voce:
Non è detto che episodi di questo genere possano sempre arrecare danni permanenti, non sempre fanno deviare da una sessualità normale però…
Il dentista lo guardava angosciato.
Però suo figlio ne è stato toccato…
Vuol dire?
Voglio dire che Jordan ha ammesso di avere avuto dei rapporti fisici con il cantante per un periodo di alcuni mesi… ha anche detto che Michael Jackson è circonciso…

Fu così che, qualche giorno dopo, in seguito alla denuncia di Evan Chandler, la polizia decise di perquisire Neverland e interrogare alcuni ragazzini amici del cantante.   Brett Barnes, un australiano di undici anni, anche lui ospitato a Neverland con la madre e la sorella a spese di Jacko,  disse: “ Anch’io ho dormito con Michael, eravamo completamente vestiti, uno da una parte del letto, uno dall’altra… non mi ha fatto niente. Conosco Jordie Chandler…   non l’ho mai sentito raccontare questo, non ho mai visto Michael avere strani comportamenti… per me era un fratello più grande… non capisco perché Jordie dica così”.  Wad Robson, di dieci anni,  dichiarò più o meno le stesse cose.

Il 23 agosto 1993 la polizia di Los Angeles annunciò ufficialmente che Michael Jackson era indagato. Non era emersa prova che supportasse un’incriminazione, ma la marea dello scandalo colpì e affondò  un ignaro Jacko,  fino a quel momento vissuto  nella beata incoscienza, mentre iniziava la fase asiatica del Dangerous World Tour, mentre era accolto con entusiasmo dai cadetti dell’aviazione tailandese coi quali marciò nel segno della vittoria. A Bangkok,  un concerto rimandato per un malore dovuto a disidratazione e stress, almeno questa fu la versione ufficiale, andò poi in scena davanti a una platea straripante.

Michael Jackson – Wanna be startin’ something – Bangkok 1993

Una notte, finito lo spettacolo, dopo essersi ritirato nella suite dell’albergo, Michael  fu raggiunto da una chiamata del suo avvocato. Stupito per l’ora insolita, rispose con una  preoccupazione che di giorno in giorno, da quando la polizia si era messa a rovistare in casa sua, aumentava :
Che c’è di nuovo?
–     Dopo la perquisizione di Neverland,  Evan Chandler vuole venti milioni di dollari.
Ma è pazzesco… quel paranoico mi aveva già chiesto un prestito e gliel’ho rifiutato…
Ha fatto brutto effetto venir a sapere che dei bambini dormono nel tuo letto…
Cosa c’è di criminale?!
Nulla…  altri bambini hanno negato qualsiasi accusa…
Lo credo bene!   – Michael scoppiò in una risata amara.
Ma  ad accusarti  è anche Jordie… il padre gli ha strappato una confessione drogandolo, l’attendibilità è scarsa ma dovremo batterci…   ha detto che sei circonciso e i poliziotti prima o poi dovranno appurare se è vero…
Pazzesco, non posso crederci!
–    Proviamo con un  contentino…  350.000 dollari e ce lo leviamo dai piedi…
–     Non riesco a capire se sto sognando o sono desto! Non sono un criminale,  non ho fatto niente!
–     Ingaggia un investigatore privato…  rendi pubblico che Chandler ha cercato di estorcerti del denaro…
Il re del pop non rispose, tanto era stanco e sconvolto. Il mento gli tremò,  scoppiò in singhiozzi fino a restare senza fiato: per dormire inghiottì una manciata di calmanti.

La seconda metà del 1993 fu terribile per Michael Jackson: tanto era salito alle stelle, tanto adesso  precipitava. Attorno a lui spuntarono accusatori di ogni tipo disposti a raccontare ai media, ovviamente a pagamento, di quali nefandezze fosse capace. Due suoi ex dipendenti, che avevano lavorato per Jacko meno di un anno,  dissero che aveva insidiato finanche Macauley Culkin:  la piccola star si affannò a smentire ma la calunnia istillò il sospetto. I talk show ospitarono una ex cuoca e un ex domestico che affermavano di aver tenuto un diario sul comportamento del cantante: felici di essere consultati come esperti, felici di poter essere a loro volta star, si presentarono ovunque. Michael ricevette anche una telefonata da Alfonso Ribeiro,  che all’età di dodici anni aveva lavorato con lui in uno spost della Pepsi.
Devo raccontarti una cosa terribile – disse Alfonso –  a mio padre sono stati offerti centomila dollari per rilasciare a un tabloid una dichiarazione negativa su di te… lo denuncerò alla stampa…
Ma l’affondo più doloroso venne da una persona  inimmaginabile e a lui vicina,  con la quale da tempo aveva dissapori, ma che arrivasse a tanto non  aveva mai voluto credere:

Corriere della sera, 10 dicembre 1993
LATOYA JACKSON: ” SI’ , MICHAEL E’ UN PERVERTITO ” . ORA SPARA A ZERO LA SORELLA: ” ABUSA DEI BAMBINI E COMPRA IL LORO SILENZIO “

TEL AVIV – LaToya Jackson, sorella cantante e provocatoria di Michael Jackson, conferma tutto: in una clamorosa conferenza stampa a Tel Aviv ha sparato a zero sul fratello, dichiarando non solo che Michael “lo fa” con i bambini da anni, ma anche che ha sborsato cifre altissime per mettere tutto a tacere.
Smentita subito dai genitori a Los Angeles, LaToya non ha certo usato mezzi termini per lanciare le sue accuse, come in passato non ha avuto riguardi per la sua famiglia, lanciando accuse velenose contro il fratello e dichiarando in un libro che il padre l’ ha violentata da piccola. Sulla vicenda di abuso di minori in cui e’ coinvolto Michael, finora si era rifiutata di difenderlo. Adesso ha deciso di essere esplicita: “Non posso tacere piu’ a lungo. E’ molto difficile per me, perche’ Michael e’ mio fratello e l’ amo molto, ma non posso piu’ collaborare col mio silenzio a quello che fa, non voglio esserne complice”. LaToya, che ha anche lasciato intendere di temere per la propria sicurezza (secondo i suoi avvocati Michael avrebbe tentato di rapirla due volte), ha detto di aver visto personalmente gli assegni, e che quegli assegni le sono stati mostrati dalla madre. Ma la madre, da Los Angeles, ribatte: “E’ una bugiarda”,  la sorella  replica: “Glielo dico chiaro e tondo in faccia che e’ bugiarda”. “Mente sempre, lo fa regolarmente, lo sappiamo da tanto ormai”, incalza il padre.

Ma perche’ LaToya avrebbe deciso di inguaiare il fratello proprio mentre Michael, ancora in cura in una clinica inglese, si prepara ad affrontare una causa civile intentata dal primo ragazzino che ha denunciato molestie sessuali, e rischia l’ incriminazione penale, coinvolto in un’ indagine di due procure e due polizie, a Los Angeles e a Santa Barbara? Secondo giornalisti esperti si tratta di una montatura pubblicitaria. Le parole di LaToya sono pero’ arrivate come una bomba nel momento in cui “Vanity Fair” pubblica le dichiarazioni di un amico di Jackson, l’ attore Eddie Reynoza. Secondo Reynoza, Michael l’ ha chiamato di recente e gli ha rivelato di non voler tornare negli USA, e anzi di aver trasferito in Svizzera il suo patrimonio. Ma Bert Field, uno degli avvocati di Jackson, nega tutto: “Michael non ha trasferito un centesimo e intende tornare il 18 gennaio per deporre in tribunale”. Reynoza pero’ ha aggiunto: “Michael m’ ha detto: “Vogliono il mio denaro. Mi sveglio ogni giorno pensando di essere all’ inferno. Non voglio nemmeno piu’ vivere”.

(continua)

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