Il sistema però come le macchine è stupido, non è dotato di intuizione come ancora pochi esseri viventi lo sono. Non si preoccupa del fatto che ci possano essere degli individui che vivono nella clandestinità delle sue regole e si alimentano di esso per aumentare il loro odio nei suoi confronti.
La totale disinformazione, l'esclusione sociale dovuta alla sua situazione, le zero risorse di cui poteva disporre, portarono Sil ad un odio sempre più aspro per il mondo a lui circostante. Nella situazione di estremo degrado etico e materiale in cui la società si trovava, nessuno protestava per i propri diritti. Non c'erano concentrazioni di piazza, tafferugli, scontri, rivendicazioni. La rabbia popolare non esisteva; nessuno più lottava.
Sil dove poteva rifugiarsi se non in se stesso? Non voleva essere, non voleva stare, non voleva rimanere....
C'era da lavorare per trasferirsi al più presto nella nuova casa, quella vecchia sarebbe venuta a giorni. Intanto Sil era immerso nelle sue letture. Voleva diventare uno scrittore.
Prima del grande passo voleva tenere sotto controllo la situazione, vedere se c'era qualcuno che si fosse accorto del lucchetto.
“C'è nessuno? Ehi tu ci sei?” domandò una voce scortese alla porta gridando e bussando. Tebra intanto si fiondò all'entrata e abbaiando non vedeva l'ora di vedere chi stesse molestando il suo migliore amico.
Ma nell'aria Sil e Lucia notavano l'inquinamento di un'invidia, di un'asprezza nei confronti dell'altro, che quelle cose che respirano hanno verso i loro compagni di falsa esistenza. Loro per esempio in confronto a questi oggetti erano liberi, non totalmente, ma liberi nel vero significato della parola. Il criticare quelle cose che camminavano tutti i giorni, il ricordarsi che quella non era vita, il disprezzare gli usi e costumi di quelle cose, il cercare non di essere fuori dal coro ma di evidenziare le cose del coro, li faceva sentire liberi.
Televisione, media, giornali, telegiornali, radio, cinema, internet, tutti questi mezzi, i soli per una comunicazione (che non comunica, obbliga all'ascolto) globale rapida e ad effetto, sono al servizio del capitale. Tutto è pubblicità, propaganda, illusione, mascheramento della realtà dei fatti, costruzione di una realtà illusoria ma che rappresenta quella di ogni individuo che si trova a crescere sotto l'influenza obbligatoria di questi mezzi sofisti.
Intanto il mese stava finendo; le bollette, anche se poche, e l'affitto andavano pagati. La padrona di quel buco già si aggirava per il palazzo quei giorni per riscuotere anche dagli altri inquilini.
Suona il cellulare scassato, dall'altra parte dell'apparecchio c'è una voce di una signora, signorina, dal tono alquanto idiota che propone a Sil un colloquio per il giorno seguente alle ore 12. Sil un po' a malincuore risponde che sarebbe andato ma in realtà non ne aveva nessuna voglia. Passato per il bar per vendere un cinquantino se ne torna a casa a fumare un po' per rilassarsi e a bersi una meritata birra da sessantasei rigorosamente del supermercato.
“Cosa bevi?” - gli chiese di fretta il cameriere dietro al bancone. “Un liquore alle erbe” - disse Sil. Accanto a lui sedevano due ragazzi che si vedeva essere di qualche paese del nord. Loro erano felici, con le loro borse di studio, i loro genitori che gli pagavano i divertimenti e i viaggi, i loro discorsi da sballati.
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