Scambio e convenienza (prima parte)

Mi ricordo che Orazio odiava le discoteche, però amava fare festa, andare ai concerti punk e conoscere sempre nuove cose, soprattutto quelle che il sistema voleva tener nascoste. Nei suoi anni precedenti a quelli universitari, Orazio aveva già conosciuto il mondo dello “sballo” fatto di droghe e di alcool, ed ora era cresciuto e non lo interessava più di tanto perché tramite le sue varie esperienze aveva capito tante cose.

Si ritrovava ora in un mondo dove le persone all’università elogiavano la vita che lui aveva già vissuto, di sballi e storie assurde, e lui era annoiato da queste persone, che per poter provare qualche emozione o qualcosa di nuovo dovevano per forza andare a studiare chilometri e chilometri distanti da casa. Questo fu un altro motivo che portò Orazio al suo isolamento. Al suo paese era naturale fumare e bere, trovarsi e uscire tutte le sere, ma solo pochi illuminati lo facevano parlando e discutendo di letteratura, di filosofia, di poesia, di musica, di arte e di politica. Il resto dei giovani coetanei di quel posto imitava i più grandi e per farsi vedere faceva uso di sostanze che però a loro causavano l’effetto opposto della creatività di questi illuminati, chiudendo loro le orecchie e rendendoli stupidi. Orazio e i suoi amici invece potevano uscire dalla mattina, bere birra e fumare fino a tarda sera, e nel frattempo discutere, parlare del mondo che fino ad ora avevano avuto l’occasione di conoscere, e dei loro sogni. I principali componenti di questo ristretto gruppo erano quattro, i quali tra l’altro avevano formato un gruppo musicale stile punk-rock che si era esibito due volte e che poi si era sciolto. Poi attorno a questo gruppetto ruotavano vari personaggi che più spesso si facevano vedere il fine settimana. Che bei ricordi che aveva Orazio di quel periodo. Quante nottate passate a conoscere il proprio limite alcolico. Eppure non aveva mai fatto nulla di male. Quanti chilom fumati con gli amici, quante strette di mano, la maggior parte fasulle, ma però almeno lo sforzo c’era. Quanti bar vissuti fino al giorno dopo. E che avventure, avventure che esattamente non si ricordava nemmeno lui, il protagonista. Poi verso i  suoi diciotto anni cominciò a diffondersi in Italia la cultura rave, e di conseguenza il gruppetto di Orazio si incuriosì e cominciò a prendervi parte. Quanta gente allora si recava a Bologna per la street-parade, un evento antiproibizionista, che animava tutta la popolazione e la città, dove dal tardo pomeriggio fino a mezzogiorno del giorno seguente si esibivano carri musicali pieni di gente che ballando li seguiva.Avendo amici più grandi che abitavano li per motivi di studio, Orazio e il suo gruppo approfittavano quindi della loro precaria ospitalità per poter partecipare ai rave o a concerti che a Bologna in quel periodo si susseguivano di continuo. Qui Orazio non avrebbe mai pensato un giorno di trovarsi da solo, senza amici e senza autostima. A quel punto della sua vita pensava che sarebbe sempre andata meglio; era sempre meno a casa, avrebbe avuto la ragazza, sarebbe andato in giro per il mondo con lei… Ed invece era in una città che odiava, in mezzo a gente che non poteva nemmeno vedere e senza una via di uscita. Le feste si susseguivano, le amicizie si ampliavano, ma Campanin non era un animale da compagnia, era un ragazzo timido che preferiva pochi ma buoni amici. Per un certo periodo era stato ospite  di un componente del suo gruppo, Samuele, che gentilmente lo accolse a casa sua come un fratello. Con il passare del tempo però le cose cominciarono a degenerare. Samuele infatti aveva qualche problema con l’alcool, perché era stato lasciato da una ragazza a cui si era affezionato troppo e quindi come reazione aveva scelto di distruggersi. Orazio quindi all’inizio provò a stargli vicino ma senza risultati, anzi i due litigarono fino ad arrivare al punto di prendersi a botte. Il resto del gruppetto si sciolse di morte naturale, chi aveva cominciato a parlare male degli altri, chi pensava alla ragazza dell’amico, chi bevendo e facendo uso di droghe di vario genere, non capiva più nulla e se ne fregava totalmente degli altri, rischiando di mettere le persone a lui vicine in situazioni rischiose. Orazio non capiva come tutto ciò potesse essere successo, si era partiti da un’armonia iniziale e si era finiti con lo sputarsi l’uno sull’altro. “Perché?” si chiedeva, ma anche a questo non trovava risposta. Quindi a malincuore dovette allontanarsi in via definitiva dal suo amato paese, mantenendo così un’unica e vera amicizia con un suo coetaneo che aveva conosciuto meglio negli ultimi anni e con cui era diventato amico. Orazio si concentrò sullo studio e cercò di terminare questo periodo della sua vita il prima possibile, senza più preoccuparsi di vita notturna o altro. Era isolato, anche all’università, i rapporti con le altre persone erano sfuggevoli e schivi oppure dettati dall’interesse didattico.

Tanti andavano a lezione con gli amici, per non essere soli, e a Campanin era venuto il dubbio che alcune persone avessero scelto il percorso dei propri studi in base alle scelte delle proprie amicizie, così come decidere in che pizzeria andare. Ora di questo pensava che avevano fatto bene, almeno si erano divertite…

 

 

 

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