Dogmi scientifici e scienza dogmatica. Un invisibile pensabile (2° parte)

La nemesis storica e Stephen Hawking sembrano riprendersi la rivincita su questi dogmi oscurantisti: “dio non serve per spiegare la nascita dell’universo” afferma lo scienziato

Questo articolo, più che affermare delle verità assolute, vorrebbe essere uno strumento di dialettica, forse impossibile, tra chi, per interpretare la realtà, utilizza dogmi scientifici e/o religiosi, e chi usa il pensiero per cercare di decifrare ciò di cui, per deduzione, si conosce l’esistenza ma non se ne conoscono né le cause, né si hanno prove tangibili per dimostrare la realtà di questa esistenza; potremmo definire questa seconda modalità di pensiero “ricerca di un invisibile pensabile ma non verificabile sperimentalmente”.

È il millenario problema dell’arké direbbero i presocratici, dell’origine, diremmo noi, davanti ad esempio alla non ancora compiuta ricerca sull’inizio dell’universo: per Hawking l’inizio è il big-bang, non confortato da dati empirici ma solo deduttivi; creato da esseri soprannaturali per moltissime religioni, o da un unico dio per le religioni monoteiste.

Da sempre le scoperte scientifiche hanno messo in discussione se non abrogato i dogmi religiosi. Il caso più famoso, che aveva paralizzato la ricerca astrofisica per quasi duemila anni, è stato il doloroso passaggio dal dogma tolemaico al sistema copernicano. Dogma in realtà mai abiurato dalla chiesa, nonostante le “scuse”, dopo “solo” cinquecento anni a Galileo.

A Giordano Bruno non sono state porte nemmeno le scuse. Il grande filosofo campano intuì, con il metodo scientifico deduttivo, “ non sperimentalmente verificabile”, che nello spazio esistevano “infiniti mondi”, e per questo, e per altre amenità come la verginità della Madonna, nel 1600 fu bruciato vivo, a Roma in piazza Campo dei Fiori. Forse anche perché, egli al contrario di Galileo, non abiurò la verità, non piegò la spina dorsale resa troppo integra dalla propria identità umana ma, come scrissero le cronache di allora:“stette sempre con la sua maledetta ostinazione aggirandosi il cervello e l’intelletto con mille errori e vanità” ( …) “et diceva che moriva martire e volentieri, e che la sua anima se ne sarebbe ascesa in paradiso”. Ed ai giudici che lessero la condanna al rogo egli disse: “avete più paura voi a pronunciare questa sentenza , che io ad ascoltarla”.

Ora la nemesis storica, e Hawking, sembrano riprendersi la rivincita su questi dogmi oscurantisti: “dio non serve per spiegare la nascita dell’universo” afferma lo scienziato. Ma immediatamente i teologi insorgono dicendo : “Badate Hawking è uno scienziato, che non ha mai non ha capito ‘Il Creatore’, secondo lui ‘Dio il Creatore’ è solo una fiaba, ma non sa spiegare chi ha creato l’universo.”

Lasciata, doverosamente, la libertà di credenza, si potrebbe rispondere che neanche per quanto riguarda il cancro non si conoscono ancora bene le cause, ma non per questo si può affermare che l’ha creato Dio. Ma forse il cancro non è di pertinenza teologica.

Però, se ancora non si conosce l’origine di una cosa, sarebbe buon senso aspettare di conoscerla prima di decidere dogmaticamente sulla sua realtà!

Senza offendere nessuno, potremmo dedurre da questi ‘pensieri’ integralisti, che il concetto di epoché, nella sua accezione primaria = arresto, inteso come sospensione del giudizio, non è stato assimilato né dalla filosofia, né dalla teologia e a volte neppure dalla scienza, visto che vengono pubblicate sui giornali scoperte assurde che potrebbero venire confutate da una lavandaia, con tutto il rispetto per le lavandaie. Un caso recente è quello di un articolo pubblicato su La Repubblica, confutato dallo psichiatra Massimo Fagioli sulle pagine di left , nel quale si affermava che i bambini sino a cinque anni non sognano.

Ecco, cretinerie del genere vengono pubblicate acriticamente sui giornali e magari lette altrettanto acriticamente come fossero dogmi ai quali credere ciecamente, senza pensare che i nostri bambini dall’età di due anni circa cominciano a raccontarci i sogni della notte e, certamente, se giungessero prima ad un pensiero verbale ben strutturato, ce li racconterebbero ancor prima. Nei primi 12 – 18 mesi di vita è difficile che i bambini riescano a raccontare i sogni. Ma sicuramente in questa fascia di età, l’attività onirica svolge un importante ruolo psicologico nel normale sviluppo psichico del bambino. Eppure, le pagine del quotidiano più letto in Italia, si mutano in tavole di Mosé dove un dio-scienziato può tracciare le proprie ‘leggi scientifiche’, che si rivelano altrettanto incongrue delle sopradette tavole.

Prendiamo il ruolo di ‘avvocato del diavolo’, ancora presente nella Sacra Rota, cioè il tribunale ordinario della Santa Sede, e iniziamo a porci e a porre delle domande per cercare, magari dai lettori, una risposta.

Navigando tra i dogmi cristiani si possono incontrare delle “piccole incongruenze”. Uno di questi è quello dell’ Immacolata Concezione. Questo dogma cattolico, proclamato da papa Pio IX, solo l’8 dicembre 1854 con la bolla Inneffabilis Deus, sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. Ora, se fino a pochissimi anni fa questo dogma era lasciato, dagli scienziati, li in un angolo come qualcosa, da una parte indimostrabile e dall’altra non contestabile, ora con l’inseminazione artificiale vengono a porsi dei quesiti che premono alle porte dell’intelligenza.

Con l’inseminazione artificiale il peccato per il quale il neonato nascerebbe con il peccato originale viene a mancare. Quindi, per logica, al piccolo, immune da ogni male, non serve il battesimo il quale, come ci hanno insegnato a catechismo, monda dal peccato originario.

A questo punto qualcuno potrebbe pensare che la chiesa, fa di tutto per osteggiare l’inseminazione artificiale, perché verrebbero meno i presupposti per il battesimo; oppure che non vuole uno stuolo infinito di persone con l’immacolata concezione. Non sappiamo che dire, potrebbe anche essere.

Ma sorge un altro problema: se una donna vergine, si fa impiantare un ovulo inseminato, e quindi senza fare peccato, anziché partorire subisce un taglio cesareo, come la mettiamo? È un’altra ‘Madonna’ vergine? O forse si diventa ‘Madonne’ non solo per aver concepito senza peccato, non solo per aver partorito rimanendo vergine, ma è anche necessario partorire dio? No è vero lo dice la bolla Inneffabilis Deus, ella, Maria di Nazaret, era immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. Vedi, si deve leggere bene le carte prima di parlare … però, come l’avvocato del diavolo, possiamo dire che se una bambina nasce da inseminazione artificiale, quindi immune dal quel peccato originario che avrebbero creato dai suoi genitori se avessero copulato, poi, rimanendo vergine, a sua volta fa l’inseminazione e fa nascere il suo bambino con il cesareo, rimanendo vergine, ha se non tutte, ma quasi tutte, le carte in regola per ambire allo status di Immacolata Concezione. O no?

Che casino ora capiamo perché ci sono un sacco di teologi che pensano a ‘ste cose, non è mica semplice … comunque son domande … se qualcuno può rispondere magari un teologo … o un teologo scienziato, o uno scienziato teologo …

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe