Cile, la vicenda dei minatori: quando parte il circo mediatico

La location è fra le più suggestive. Siamo nel deserto di Atacama, nel Cile settentrionale, uno dei luoghi più aridi e brulli al mondo, la pioggia è un evento eccezionale.

In compenso la zona è ricca di giacimenti e lo sfruttamento minerario è stato da sempre l’affare più ricco ed ambito della zona. Per decenni la vita è scorsa tranquilla in questi luoghi, quasi monotona.  La miniera di San Josè è incastonata perfettamente in questo set da film western, mentre la storia ci racconta di lotte sanguinose per la conquista dei ricchi giacimenti, e ci narra di incidenti, di sfruttamento e di morti dolorose per le condizioni disumane di lavoro che da sempre questi luoghi hanno conosciuto.

Ma la storia dalle parti di San Josè  ha preso una piega improvvisa 70 giorni fa. L’ennesimo incidente sul lavoro ha relegato in un ventre materno 33 esseri umani, 33 minatori. Il capo dello stato cileno, Sebastian Pinera, ne ha fatto una questione di orgoglio nazionale con l’obiettivo di profondere tutte le energie disponibili per tratteggiare una storia a lieto fine facendo rinascere a nuova vita quei disperati. E così è stato, il miracolo è avvenuto e tutto il paese è in festa, anche le divisioni politiche si sono attutite e la ex presidente di centro sinistra, Michelle Bachelet, si è complimentata con l’attuale governo di centro destra, il primo dalla caduta della dittatura. E’ una bellissima storia, finita bene, che scalda i cuori di tutti.

Tuttavia è anche giusto esternare le riflessioni che emergono da questa vicenda. Prima fra tutte la logica infernale del circo mediatico. La spianata di San Josè è diventata un immenso set cinematografico, i familiari dei minatori coinvolti venivano contesi dagli anchorman presenti alla stessa stregua delle star di Hollywood, tanti di loro hanno già stipulato accordi con le major televisive per interviste, racconti e chissà che altre storie. “Los 33”, così sono stati ribattezzati,  probabilmente non lavoreranno più nella miniera, sono usciti tutti, come in un Grande Fratello planetario, hanno vinto tutti, il circo mediatico ha individuato i suoi eroi ed è passato all’incasso. Già si parla anche di un prossimo film sulla vicenda  che vedrà come protagonista  l’attore spagnolo Javier Bardem.  E’ tanto, forse troppo! Anche perché le storie da mettere in luce sarebbero altre o, perlomeno, anche altre.
Chi parlerà di quei 200 minatori di quella stessa miniera di San Josè rimasti senza lavoro? Forse che dovranno maledire il giorno che, per caso, non sono anche loro rimasti intrappolati laggiù? A quanti interessa la situazione delle condizioni di lavoro di quei minatori? Probabilmente nessun taccuino, nessuna telecamera, nessun microfono raccoglieranno testimonianze in tal senso in queste ore di gioia immensa. La contentezza per il salvataggio avvenuto dovrebbe fare da volano per parlare dei problemi  che la vicenda ha sollevato, ma così non sarà, ed è questo che manca al giusto tripudio per una storia finita bene.

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