Dal 2008 persi 21 milioni posti di lavoro. 37 milioni i giovani disoccupati

ROMA – Mentre il governo Monti e il ministro Elsa Fornero pensano di superare la crisi modificando, se non addirittura cancellando, quanto conquistato dai lavoratori, arrivano il drammatico rapporto  sul mercato del lavoro preparato dall’Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro) e dall’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico)  per il G20 dei ministri del Lavoro, che si apre oggi in Messico.

In sintesi la crisi finanziaria dal 2008 avrebbe bruciato ben 21,3 milioni di posti di lavoro nei 20 paesi più industrializzati al mondo. E per sanare questo “gap” bisognerebbe tornare a un tasso di occupazione pre-crisi. Tuttavia,  sempre le due organizzazioni, avvertono che se l’occupazione cresce appena dell’1.5% all’anno, sarà praticamente impossibile recuperare. E anche in questo caso, come ricorda il rapporto, a rimetterci sono sempre le nuove generazioni, ovvero quei giovani che vanno dai 16 fino ai 24 anni, il cui tasso di disoccupazione si è ulteriormente aggravato toccando quota 37 milioni. Insomma la sfida sarebbe quella di creare 40 milioni di nuovi posti di lavoro.

Un obiettivo che sembra lontano anni luce. Soprattutto in Italia che per quanto concerne la disoccupazione non è ultima a nessuno. Anzi, la maglia nera se la  merita tutta con il peggiore aumento annuo pari al 23,4%.

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