Crisi. In Italia il posto fisso è ormai un sogno. Gli stipendi bloccati da 10 anni

Dall’Indagine di Unioncamere e Ministero del Lavoro sul terzo trimestre del 2012 emergono dei dati davvero preoccupanti.

Primo fra tutti il problema del posto fisso, che ormai sembra essere diventato un sogno e la precarizzazione delle assunzioni un male inevitabile. I dati riportano che solo due assunzioni su dieci saranno a tempo indeterminato nei mesi tra luglio e settembre, stiamo quindi parlando di un misero 20% e di un abbattimento del 10 % rispetto ai tre mesi precedenti in cui si parlava di 30% delle assunzioni. Tra le professioni al momento più richieste ci sono gli operai metalmeccanici, il personale di segreteria e i commessi nella grande distribuzione, in calo invece le assunzioni nei servizi amministrativi e finanziari.

Ma le brutte notizie non riguardano solo le assunzioni. 

Secondo la relazione annuale di Bankitalia infatti gli stipendi dei dipendenti sono bloccati da dieci anni. Le retribuzioni dal 2000 al 2010 sono aumentate di soli 29 euro. La crisi ha toccato principalmente gli statali ma di fatto ha influito sulle buste paga di tutti i lavoratori, con una percentuale superiore soprattutto nel sud Italia, dove il calo per gli effetti della crisi è stato di circa 56 euro rispetto ai 46 del centro nord. 

Notevoli anche le differenze tra i due sessi. Gli uomini che sono passati da 1.539 euro a 1.586 euro (+47 euro), e le donne, che partivano da 1.220 euro e sono arrivate e 1.253 euro (+35 euro).

Tra il 2008 e il 2010 le retribuzioni reali mensili pro capite dei lavoratori a tempo pieno, al netto di imposte e contributi sociali, spiega Bankitalia, sono cresciute dello 0,8% (2% per le donne). Nello stesso periodo la quota dei lavoratori a bassa retribuzione è salita di tre decimi di punto percentuale, al 9,4%. Palazzo Koch spiega che, proprio a causa dell’espansione del part-time, le retribuzioni nette medie per il totale dei lavoratori dipendenti sono diminuite dello 0,2%, riflettendo esclusivamente il calo del mezzogiorno.

Condividi sui social

Articoli correlati