Alcoa. Incontro rinviato, sale la tensione tra i lavoratori

CAGLIARI – Giorni decisivi per il futuro dei lavoratori Alcoa di Portovesme. Sale la tensione fra i lavoratori dopo la decisione di rinviare dal 5 al 10 settembre, l’incontro a Roma fra il Governo l’Alcoa e le parti sociali.

La richiesta è stata avanzata dal Governo e accolta se pur con difficoltà dai lavoratori che comunque non staranno passivamente ad aspettare le decisioni sulla loro sorte. Anzi consapevoli che sia necessario verificare se e come il Governo stia portando avanti la trattativa con la Glencore, domani i sindacati incontreranno i vertici della multinazionale svizzera, già presente nel Sulcis con un impianto industriale che produce piombo e zinco. L’incontro si terrà a Roma preso la sede di un sindacato. Il 7 settembre sarà il Governo ad incontrare la Glencore. Due sono le condizioni richieste dagli svizzeri  per l’acquisto  dell’Alcoa di Portovesme: il costo dell’energia, dai 25 ai 30 megawattora e la certezza che questo costo possa rimanere invariato per un determinato periodo. Richieste che si scontrano con le regole europee che non ammettono aiuti di Stato e l’Italia è già stata sanzionata in passato proprio per le agevolazioni sul prezzo dell’energia accordate all’Alcoa.   Intanto i lavoratori hanno ottenuto il rallentamento delle operazioni di fermata degli impianti, che comunque proseguono e, che porteranno al blocco totale degli impianti l’8 ottobre.
Intanto, questa mattina con un gesto disperato due lavoratori dello stabilimento  sono saliti a 70 metri d’altezza su uno dei silos dell’impianto di Portovesme.

C’è davvero poco tempo per salvare il lavoro dei 500 dipendenti Alcoa e dei lavoratori delle imprese d’appalto. Non c’è rassegnazione e la battaglia per la difesa del lavoro non si discute in un territorio dove la povertà dilaga.

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