Sindacati europei uniti per contrastare i tagli di posti di lavoro in HP

ROMA – A Berlino, lo scorso 19 ottobre UNI Global Union e IndustriALL, le due confederazioni europee sindacali che rappresentano rispettivamente i settori servizi e industria, unitamente a più di una dozzina di Federazioni sindacali Nazionali tra cui la Filcams CGIL,  hanno lanciato l’alleanza sindacale europea per affrontare e contrastare la decisione di Hewlett Packard (HP) di tagliare più di 8000 posti di lavoro in Europa entro il 2014, il tutto senza negoziazione e consultazione con le parti sociali.

HP ha circa 350.000 dipendenti nel mondo, di cui più di 80.000 in Europa. Più di una dozzina di sindacati in dieci paesi europei rappresentano dipendenti HP. Inoltre, una serie di consigli di fabbrica nazionali o enti di rappresentanza e un comitato aziendale europeo esistono allo scopo di rappresentare tutti i dipendenti HP.

Nel 2012, HP ha annunciato che avrebbe tagliato 29.000 posti di lavoro a livello mondiale, tra cui 8.000  in Europa, entro il 2014. Non solo la società non riesce a fornire informazioni adeguate per i rappresentanti dei lavoratori a livello nazionale, ma ha anche ignorato le procedure di informazione e consultazione con il suo accordo europeo aziendale europeo.

La problematica, che continuerà ad essere seguita direttamente anche dalla Filcams CGIL e che rappresenta il ruolo chiave delle multinazionali operanti su scala mondiale, è anche un ulteriore esempio di come la tendenza sindacale internazionale stia cambiando nella direzione di una maggiore unità tra le diverse Federazioni europee, avendo a mente ed in primo luogo, il rispetto dei diritti dei lavoratori, anche su scala europea e mondiale se serve.

Anche alla luce di ciò, è facilmente possibile tracciare una linea che unisce questa esperienza e quello che la Filcams direttamente sta operando attraverso il progetto europeo del quale è capofila denominato MuMMIA. “L’unione fa la forza” e questo antico modo di dire diventa sempre più valido, quando possibile e soprattutto davanti a scenari multinazionali altrimenti difficilmente contrastabili sul piano sociale e sindacale oltre che economico.

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