Crisi. Trieste: operai incatenati da due giorni. Uno di loro ricoverato oggi in ospedale

Operai alla disperazione e oggi uno di loro, dopo giorni passati al freddo e senza mangiare, è stato colto da un malore.

Sono quattro infatti gli operai  della  Sertubi Jindal Saw Italia che si sono incatenati due giorni fa, a Trieste al Cancello del Municipio e a un container in piazza della Borsa, oltreché in sciopero della fame, per protestare contro il piano di ristrutturazione aziendale che prevede 148 esuberi su 208 dipendenti. 

Oggi uno di loro Bruno Primitivo, che già in passato aveva avuto dei seri problemi di salute, ha avuto un malore, non sono certe le cause ma, con tutta probabilità,  si tratterebbe di un attacco renale. Per questo motivo è stato ricoverato in ospedale. Era proprio lui che poche ore fa si era sfogato dicendo: “L’umore è terribile, la situazione peggiora giorno dopo giorno ed ora le nostre famiglie non sono più preoccupate solo perché rischiamo di perdere lavoro e cassa integrazione, ma anche per la nostra salute”.

Gli operai avevano già passato la prima notte al freddo, in sacchi a pelo distesi su dei cartoni. Attualmente è stato allestito un gazebo, soprattutto perché sono peggiorate le condizioni meteorologiche. Lo stesso Primitivo aveva spiegato: “Fa freddo ed è molto dura perché non mangiamo nulla, ma fino a martedì, data del nuovo incontro in prefettura con l’azienda, non abbiamo intenzione di mollare”. Purtroppo proprio lui oggi ha dovuto mollare per forza di causa maggiore.

Martedì, come annuncia una nota di ieri, molto probabilmente l’Ad di Sertubi, Leonardo Montesi, non sarà presente, ma i lavoratori contano sulla presenza di Michele Colombo che ha ricevuto dall’azienda l’incarico di Chief Restructuring Officer. La situazione lavorativa a Trieste è molto dura, come d’altra parte in tutta Italia,  “qui a Trieste il lavoro praticamente non esiste più, e quindi non possiamo permetterci di mollare” questo è quanto affermano i quattro operai.

Il Sindaco Roberto Cosolini, aveva già comunicato che avrebbe trascorso questa notte insieme agli operai e oggi pomeriggio, dopo il malore di Primitivo, ha confermato con una nota anche su Facebook, la sua intenzione di far sentire a questi operai la sua vicinanza, ma soprattutto la solidarietà di tutta la città di Trieste. “I continui rinvii dei tavoli e i comportamenti tenuti da Jindal Italia in questi ultimi mesi e che hanno portato all’esasperazione i lavoratori, sono inaccettabili. Purtroppo non siamo in grado di promettere nulla – ha concluso Cosolini – ma è certo che staremo con i lavoratori fino in fondo”.

Anche questa dunque  è l’ennesima di tante storie, ormai quotidiane, di lavoratori portati alla disperazione, con il timore della cassa integrazione, della perdita del lavoro, con addosso la preoccupazione per un futuro incerto, la paura per se stessi e per le proprie famiglie, ma soprattutto la paura di non farcela. Insomma un bollettino quotidiano dove si contano le ennesime vittime della “guerra del lavoro”.

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