Europa. Per la prima volta sciopero di tutti i lavoratori contro l’austerità

In Italia il 14 novembre cento manifestazioni

 

ROMA – Sono gli stessi analisti economici, di orientamento politico anche diverso, a certificare sempre più spesso come fallimentari le politiche adottate dall’Europa per contrastare la gravissima crisi economica che investe il mondo da almeno cinque anni. Se ciò è vero, come è vero, bisogna allora cambiare direzione di marcia e compiere scelte orientate alla crescita ed a privilegiare investimenti per il lavoro e l’occupazione.
L’analisi dei sindacati europei riuniti nella Ces (Confederazione Europea dei Sindacati) non lascia scampo alle misure restrittive adottate dai vari paesi dell’Unione ed ai Governi accusati di un eccesso di rigore che aggrava la crisi, provocando la perdita di migliaia e migliaia di posti di lavoro insieme ad un’allarmante contrazione dei consumi, in un avvitamento recessivo da cui si fatica a divincolarsi.

Quattro ore di astensione generale dal lavoro decise dalla Ces

Ma per i sindacati europei, e, in Italia, per la Cgil, la sola forza sindacale ad aver aderito proclamando l’astensione generale dal lavoro per 4 ore alla giornata di mobilitazione del 14, la via d’uscita esiste e bisogna rivendicarla a gran voce.
Ed ecco allora che la giornata d’azione europea si preannuncia ovunque come evento speciale, storico per milioni di lavoratrici, lavoratori, giovani e cittadini. E’ infatti la prima volta che una mobilitazione indetta dalla Ces avviene in maniera così coordinata ed estesa e per ragioni ed obiettivi così condivisi e definiti. E questo conferisce all’appuntamento del 14 una valenza ancora più rilevante.Lo sciopero di tutte le categorie e le cento manifestazioni indette sull’intero territorio italiano hanno le stesse parole d’ordine: il lavoro, la solidarietà, contro l’austerità.
E non potevano che essere quelle, unificanti di una condizione che accomuna le lavoratrici -non è un mistero che le donne siano spesso le più penalizzate- ed i lavoratori dei vari paesi dell’Unione stretti nella morsa di un mercato del lavoro che si restringe, lasciando fuori giovani e donne, e creando nuova disoccupazione a fronte di chiusure o dell’esodo di aziende che abbandonano il vecchio continente per i mercati emergenti di altre aree del mondo.Lavoro, dunque, ma anche solidarietà. Fra i lavoratori, fra loro ed i cittadini, fra i paesi stessi. E tutti insieme contro l’austerità

Il lavoro e la solidarietà al centro della giornata di lotta promossa dalla Ces  
La contemporaneità delle iniziative di piazza traccia una mappa di generale fermento e mobilitazione: importante la protesta della Spagna, dove lo sciopero generale è stato indetto dai tre maggiori sindacati, CC.OO, UGL, USO; del Portogallo dove la CGTP – IN ha indetto anch’essa l’astensione totale dal lavoro. In altri paesi come Francia, Svizzera, Croazia, Repubblica Ceca, Belgio, Romania, Slovenia e Polonia manifestazioni pubbliche ed all’aperto si terranno sia nelle capitali che in altre città.
Caso particolare riguarda la Grecia dove i sindacati GSEE e ADEDY hanno tenuto già un lungo sciopero generale di due giorni il 6 e 7 novembre ed annunciato nuove iniziative per il 14. In queste ore a Malta, a Cipro ed in molti altri Paesi si stanno preparando iniziative, cortei, manifestazioni.
Sono le conseguenze delle politiche decise dalle autorità europee in questi anni, della stagnazione economica e della recessione che ne è seguita bloccando  ogni anelito di sviluppo ed proiettando vertiginosamente la disoccupazione a quote da dopoguerra: bassi salari, meno tutele e protezioni sociali, più povertà e più disuguaglianze. La miopia del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale Europea hanno prodotto dissesti e disastri. Secondo stime recenti, sono oltre 25 milioni gli europei che non hanno lavoro mentre la disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli gravi e preoccupanti in molti Paesi, in alcuni dei quali supera il 50 p.c.. Si tratta di politiche che bruciano ogni possibilità di futuro e le speranze di intere generazioni.

Non più rinviabile un cambiamento di rotta nelle politiche europee

Non rinviabile, perciò, un cambiamento di rotta chiesto concordemente da tutti i sindacati al tavolo dell’esecutivo Ces. Il rifiuto di scelte tese a smantellare le protezioni sociali conquistate dal movimento dei lavoratori e a dilatare ulteriormente la flessibilità del mercato del lavoro, uniti alle privatizzazioni dei servizi pubblici, all’attacco al potere d’acquisto di salari e pensioni, alla contrattazione collettiva e al dialogo sociale, hanno prodotto la decisione della giornata di azione europea del 14. Occasione per rilanciare anche le proposte alternative avanzate dalla federazione dei sindacati dell’Unione: una governance economica che preluda ad una crescita sostenibile e ad un’occupazione di qualità; una giustizia economica e sociale attraverso politiche di redistribuzione, tassazione e protezione sociale; lavoro stabile e dignitoso per i giovani; scelte industriali verso un’economia verde e verso la ricerca; lotta al dumping sociale e salariale; l’opzione netta per gli Eurobond e la effettiva applicazione della tassa sulle transazioni finanziarie; un fisco armonico che combatta l’evasione; il rispetto dei contratti collettivi e dei fondamentali diritti sociali e sindacali.

La Cgil fra gli artefici della risoluzione dei sindacati europei

La Cgil, che il 14 a Terni terrà la sua manifestazione-simbolo con il comizio della leader Susanna Camusso, è stata fra gli artefici della risoluzione della Ces, assieme al sindacato portoghese, spagnolo, greco, ed ai francesi:  “La Ces chiede un patto sociale per l’Europa, un vero dialogo sociale, una politica economica che stimoli occupazione di qualità, la solidarietà tra paesi e la giustizia sociale” si legge nel documento votato per l’occasione. “I lavoratori stanno pagando a caro prezzo a crisi e misure di austerità, mentre il mondo della finanza e gli speculatori continuano a prosperare. Poniamo fine alla frode fiscale, ai paradisi fiscali e alla competizione fiscale tra paesi. La tassa sulle transazioni finanziarie deve contribuire a riparare i danni del capitalismo senza regole.” E’ questa la strada per un’Unione europea che sia prima di tutto un’unione sociale. Un’Europa diversa, migliore, solidale ed unita che il 14 novembre, tutti insieme, i sindacati del caro vecchio continente chiederanno di percorrere. A tutti i governi ed a partire dal giorno dopo!

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