I prezzi cresciuti il doppio dei salari. Crolla il potere d’acquisto

Federconsumatori. Calo record della fiducia dei consumatori

 

ROMA – Nel 2012 la crescita dei prezzi è stata doppia rispetto a quella dei salari: le retribuzione contrattuali orari sono aumentate dell’1,5% e l’inflazione del 3% su base annua. Lo comunica l’Istat precisando che si tratta del divario maggiore, a sfavore delle retribuzioni, dal 1993.

Secondo la Federconsumatori i dati diffusi oggi dall’Istat in merito alle retribuzioni nel 2012 certificano la disastrosa situazione economica in cui versano le famiglie italiane. Mentre i prezzi aumentano in maniera incontrollata (raggiungendo, per lo scorso anno, un totale di 2.333 Euro e di 1.490 Euro nel 2013 secondo le rilevazioni dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori), le retribuzioni aumentano appena dell’1,5% a fronte di un tasso di inflazione che ha raggiunto il 3% (per noi comunque sottostimato). Tale andamento negativo intacca gravemente il potere di acquisto dei cittadini, che ad oggi risulta in calo del -13,3%.
 
Particolarmente colpite le famiglie a reddito fisso: alla luce dei dati odierni sulle retribuzioni la diminuzione della capacità di acquisto nel 2012 è pari al -1,5%, livello che segna un nuovo record della forbice tra l’aumento delle retribuzioni ed il livello di inflazione.  L’O.N.F. ha aggiornato le ricadute per una famiglia media (di 2,5 componenti) monoreddito, che solo relativamente a questo divario corrisponderanno a 450 euro annui. Per una famiglia di tre componenti la diminuzione di potere d’acquisto sarà pari a 540 Euro l’anno.
 
Tale perdita della capacità di acquisto equivale a circa un mese di spesa alimentare di una famiglia (calcolata in base ai dati Istat).  “Come ribadiamo da tempo, – scrive in una nota la Federconsumatori – questa situazione non potrà non avere gravi conseguenze: la diminuzione del potere d’acquisto provoca una contrazione dei consumi – prevista del -6,1% per il biennio 2012-2013 – che continuerà ad alimentare la spirale negativa sulla quale si sta avvitando in maniera sempre più grave l’economia del nostro Paese.
E’ quindi necessario avviare al più presto nuove misure che, finalmente, puntino sul rilancio della domanda di mercato e degli investimenti nei settori innovativi e che prevedano una minore tassazione del reddito fisso.”

 

La stima dei consumatori diminusice

Ma non è tutto. L’Istat fa sapere che a gennaio l’indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisce a 84,6 da 85,7 di dicembre. Secondo l’Istituto di statistica si tratta del livello più basso dall’inizio delle serie storiche iniziate nel gennaio del 1996.
“Come abbiamo modo di constatare ogni giorno, le condizioni in cui versa il nostro Paese dal punto di vista socioeconomico sono sempre più critiche”, scrive in una nota Federconsumatori. “Le famiglie, già pesantemente gravate da una tassazione che ha raggiunto livelli record, devono anche sopportare costanti aumenti di prezzi e tariffe. Secondo le recenti rilevazioni dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, il costo complessivo delle bollette di acqua, energia elettrica, gas e rifiuti sfiora, per lo scorso anno, i 2.400 Euro a famiglia. A questo si aggiunge, come effetto della drammatica perdita di potere di acquisto dei cittadini, una contrazione dei consumi che nel biennio 2012-2013 raggiungerà il -6,1%.”
 
“Tale situazione – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti –  deriva non solo dalla generale crisi economica ma anche dalle politiche recessive messe in atto in questi anni e non può che ripercuotersi negativamente sulla fiducia dei consumatori, che a gennaio scende a quota 84,6: si tratta della cifra più bassa mai registrata dal 1996, anno di inizio delle serie storiche”.
“Da tempo chiediamo che vengano varate misure concrete per la crescita ed ora, vista l’imminenza del voto, ci rivolgiamo al Governo che verrà eletto. Il prossimo esecutivo dovrà avere come priorità assoluta l’adozione di provvedimenti e investimenti per lo sviluppo, necessari per risollevare la nostra economia”.

 

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