Istat, scende l’inflazione: livello più basso dal 2011

Federconsumatori contesta dati istat su inflazione

ROMA – Dati Istat rilevano che a gennaio 2013 il tasso d’inflazione annuo registra una nuova frenata.

Scendendo al livello più basso da gennaio 2011 e fermandosi al 2,2% dal 2,3% di dicembre. Su base mensile i prezzi salgono dello 0,2%. A gennaio il prezzo della benzina aumenta dello 0,1% rispetto a dicembre mentre subisce una forte frenata su base annua, crescendo solo del 3,1%. Si tratta del tasso di crescita tendenziale più basso dal mese di ottobre del 2009. Il prezzo del gasolio per mezzi di trasporto diminuisce su base mensile dello 0,4% mentre il rialzo annuo si ferma all’1,9%, in marcato rallentamento se messo in confronto con dicembre (7,1%). E’ il livello più basso da dicembre 2009. Nel mese di gennaio i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori su base annua rincarano del 2,7%, un tasso di crescita che si mantiene superiore al tasso d’inflazione tendenziale (2,2%), ma che risulta in calo rispetto a dicembre (3,1%). Dal gennaio 2011 è il tasso di crescita più basso. Cambia il paniere dell’Istat per l’inflazione. Nel 2013 entrano il gas metano per autotrazione e le bevande energetiche e si arricchiscono le posizioni di smartphone e tablet pc, che ora comprendono i phablet e i tablet trasformabili, utilizzabili come notebook. Escono mediazione civile e netbook.

Tuttavia i dati non convincono molto la Federconsumatori e l’Adusbef: “Anche quest’anno nutriamo non poche perplessità relativamente all’aggiornamento del paniere Istat.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti. “Troviamo i parametri adottati, sotto diversi aspetti, ancora inadeguati nel rilevare il reale andamento dei prezzi. Per questo invitiamo nuovamente l’Istituto di Statistica ad affrontare seriamente un riequilibrio dei pesi dei beni del paniere: rendendo più realistici i pesi assegnati ad alcune voci, come ad esempio quella importantissima relativa all’rc auto”.
“Inoltre – continua Federconsumatori e l’Adusbef –   riteniamo sbagliato che si immettano nel paniere oggetti tecnologici molto costosi, dalla diffusione ancora piuttosto limitata, la cui inevitabile caduta di prezzo condizionerà al ribasso il tasso di inflazione in termini generali.
Per fare in modo che i prezzi relativi a tali prodotti non falsino il calcolo dell’inflazione, abbiamo sempre sostenuto la necessità che questi beni siano inseriti nel paniere solo dopo aver raggiunto una soglia minima di diffusione, pari ad almeno il 20% della popolazione (traguardo non ancora raggiunto né dai tablet né dai phablet).
Riteniamo fondamentale, inoltre, la messa in campo di strumenti e risorse per una maggiore accuratezza delle rilevazioni territoriali.
Siamo infatti convinti che la precisione e l’esattezza dei dati sui prezzi diffusi dal più autorevole Istituto di Statistica del Paese siano di vitale importanza per comprendere le dinamiche economiche e per adottare i necessari provvedimenti.”


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