Secondo l’Osservatorio Mecspe, la manifattura italiana si sta concentrando sempre più sui giovani per rispondere alle sfide attuali e future.
Oltre il 75% delle aziende manifatturiere ha già attivato partnership con ITS e Università o intende farlo entro l’anno, al fine di acquisire nuove competenze e mantenere la propria competitività.
Questa tendenza emerge chiaramente dallo studio relativo al primo quadrimestre del 2024, che evidenzia come quasi 7 imprenditori su 10 prevedano una crescita entro i prossimi due anni, nonostante le difficoltà legate al contesto economico globale, all’aumento dei costi e alla carenza di risorse umane.
La formazione dei dipendenti è vista come una leva strategica per contrastare la difficoltà di reperire personale qualificato, un problema che ha colpito il 54% degli imprenditori nel 2024.
Secondo l’Osservatorio, il 42% delle imprese ha già siglato accordi con ITS e Università, e un ulteriore 34% intende farlo nei prossimi mesi. Questi istituti rappresentano una risorsa chiave per l’aggiornamento delle competenze, specialmente in un contesto caratterizzato dalla transizione digitale.
Maruska Sabato, Project Manager di Mecspe, sottolinea l’importanza di investire nella formazione continua e nelle nuove tecnologie per garantire la competitività delle imprese italiane, sfruttando anche gli incentivi del Piano Transizione 5.0, che offre un’opportunità unica per formare il personale sulle tecnologie emergenti.
Nonostante ciò, rimane una criticità legata al disallineamento tra domanda e offerta nel settore manifatturiero, con il 65% degli imprenditori che intende ampliare il proprio organico entro la fine dell’anno.
Molte aziende stanno quindi comprendendo l’importanza di reclutare giovani talenti provenienti da ITS e Università, in grado di portare competenze fresche e digitali. Il 57% delle imprese prevede infatti di assumere nuove risorse, puntando sulla formazione interna per mantenerle aggiornate, mentre il 29% preferisce assumere personale già formato.
Il Piano Transizione 5.0, recentemente approvato dal MIMIT, con uno stanziamento di 6,3 miliardi di euro, rappresenta un importante sostegno per la digitalizzazione e la formazione delle imprese italiane. Tuttavia, solo il 29% delle aziende prevede di investire in questi incentivi nel 2024, una percentuale che potrebbe aumentare con una maggiore consapevolezza dei benefici offerti.
In definitiva, la formazione e la collaborazione con ITS e Università sono elementi centrali per il futuro della manifattura italiana, in un periodo segnato dalla rapida evoluzione tecnologica e dalle sfide economiche globali.