Incidente alla stazione tiburtina. La sicurezza prima di tutto

ROMA- Ero in stazione Ostiense quando ho appreso della morte del lavoratore avvenuta alla stazione tiburtina. 

Mi sono venuti i brividi guardando quei lavoratori che accompagnano i viaggi delle migliaia di pendolari ogni giorno e il cui lavoro troppo spesso si dà per scontato. Ma è possibile che ancora oggi si debba morire cosi? La sicurezza sul lavoro è un punto fondamentale che dovrebbe essere al primo posto sempre.

Di seguito la lettera del settore attività ferroviarie di USB

Ancora un morto sul lavoro in ferrovie: E’ successo un altra volta

Ancora una volta un lavoratore perde la vita sui binari; non importa per quale ditta o azienda lavorasse: per noi era e resta un “ferroviere”, perché sul “ferro” stava svolgendo il suo lavoro, il suo turno. E perché un altro “ferroviere” era alla guida di quel treno che lo ha investito causandone la morte suo malgrado.

A ognuno di noi, “ferroviere”,  corre il ricordo per quella volta che ha sentito il treno troppo vicino e troppo pericolosamente a ridosso del lavoro che stava svolgendo; oppure a quando con la mano sulla frenatura rapida vedeva altri “ferrovieri” saltare o scansare di lato per evitare il treno che stava conducendo.

Forse qualcuno di noi “ferrovieri” ha dovuto anche assistere a scene pietose per dare l’allarme e chiedere soccorso per un investimento in linea causato da un treno che stava scortando come capotreno. Per poi accorgersi che anche l’investito indossava una divisa da “ferroviere”.

Ogni volta ci siamo ripetuti: “Che non accada mai più!”. A Roma lo abbiamo ripetuto, solo poco tempo fa, dopo la morte di Massimo e di Anthony. In tutta Italia lo abbiamo ripetuto per troppe volte negli ultimi anni.

Eppure accade ancora.  Oggi e’ successo ancora.

Come e’ mai possibile che l”ambiente “ferrovia” sia cosi’ pieno di incidenti ancora oggi, nel Terzo Millennio, nella piena efficienza di sofisticati sistemi che spingono i treni a velocità da bolidi di formula 1 ma che non riescono a fare in modo che i binari siano un “luogo sicuro” per i lavoratori e a volte anche per chi ci viaggia? Quale circolo vizioso deve essere sciolto? Forse quello economico? Quello del “maggior ribasso”? Degli appalti o dei subappalti?

Della fretta con cui bisogna svolgere il proprio lavoro altrimenti “perdiamo l’appalto” oppure il nostro lavoro “lo danno a altri”? Della sicurezza che “non ci possiamo permettere” come ebbe a dire un ministro del nostro Stato non molto tempo fa?

L ‘Unione Sindacale di Base si associa al dolore dei familiari della vittima, dei suoi compagni di lavoro e conferma il suo impegno sui binari, come in ogni altro ambiente di lavoro, per la sicurezza di chi ci lavora e di chi ci viaggia.

COSTI QUEL CHE COSTI.

USB Lavoro Privato settore attività ferroviarie

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