Crisi. Affermare la ripresa dei consumi è un’offesa nei confronti dei cittadini

ROMA – Nonostante l’Istat abbia introdotto delle “innovazioni riguardanti i campioni e le tecniche di rilevazione” i dati relativi alla fiducia dei consumatori continuano ad essere completamente inattendibili. In un momento difficile come quello che le famiglie stanno attraversando, affermare che la fiducia dei consumatori sia in salita è offensivo nei confronti dei cittadini. 

Basti pensare che, a causa della crisi, secondo quanto rilevato dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, nel biennio 2012-2013 la contrazione dei consumi ha raggiunto il -7,3%, che equivale ad una diminuzione della spesa complessiva pari a circa 52 miliardi di Euro.

La strada giusta per far crescere la fiducia dei consumatori è eliminare definitivamente l’aumento dell’IVA. Il semplice rinvio, infatti, non risolve alcun problema.

È evidente che, l’incremento dell’IVA, indipendentemente da quando avverrà, avrà effetti disastrosi sull’intera economia, decretando il tracollo dei consumi e, con esso, dell’intero sistema produttivo.

Le ricadute per i cittadini, infatti, sarebbero di oltre +207 Euro annui, dovuti non solo agli effetti in termini diretti sui prezzi, ma anche alle ricadute indirette dovute a:

       L’aumento dell’IVA sui carburanti, che agirà da moltiplicatore dei prezzi, dal momento che oltre l’86% dei beni è trasportato su gomma;

       I ritocchi al rialzo delle tariffe praticate da artigiani e professionisti;

       Gli “inevitabili” e colpevoli arrotondamenti nell’intermediazione;

       L’incremento dei costi energetici sostenuti dalle imprese.

Non dimentichiamo, infine, che le ricadute di tale operazione non gioverebbero nemmeno alle casse dello Stato: l’incremento dell’IVA, infatti, accentuerà la contrazione delle entrate fiscali, sia a causa dei minori consumi che della deleteria crescita delle prestazioni in nero.

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