L’Istat disegna il quadro delle pensioni ricche e povere

 

ROMA – L’Istat ha pubblicato oggi una analisi territoriale della spesa pensionistica per il 2011. Una cifra enorme, 265.976 milioni di euro, che contribuisce a ridisegnare ricchezza e povertà del nostro Paese. Emergono tre dati in particolare: il  50% delle<pensioni si colloca al Nord con la Liguria in testa alla classifica.

La spesa  complessiva per le pensiono è aumentata del 2.9%   a fronte di una inflazione media del2012 pari al 3%.La spesa reale ha subito una leggera diminuzione. Terzo dato: il reddito pensionistico più elevato si registra nel Lazio il più basso in Basilicata.

La distribuzione regionale, diverse interpretazioni 

La distribuzione regionale delle pensioni è il classico dato che può essere utilizzato e distorto, l’Istat comincia la sua analisi affermando che è la Liguria in testa alla classifica come erogazioni pro capite. In particolare per l’Istat nel 2011 la spesa per prestazioni pensionistiche, 265.976 milioni di euro, ha avuto la massima incidenza in rapporto al Pil su base regionale ha raggiunto il valore massimo in Liguria (21,25%) e il minimo (11,47%) nella provincia autonoma di Bolzano. 

La situazione è invece diversa, in coda alla classifica, quando si guarda alla spesa pensionistica procapite che ha raggiunto il valore massimo, pari a 6.006 euro, sempre in Liguria, mentre il valore minimo, pari a 3.211 euro, si registra in Campania. 

Al Nord il 50 per cento delle pensioni

Complessivamente le regioni del Nord assorbono circa il 50 per cento della spesa pensionistica. Le regioni del Nord-ovest sono quelle che registrano la quota di spesa più alta (30,1%), il maggiore numero di pensioni (27,2%) e di pensionati (27,5%). Nord-est, Centro e Sud assorbono ciascuna circa il 20% della spesa complessiva, mentre più contenuta è la quota di spesa erogata nelle isole (9,1%) e all’estero (0,6%).

Rispetto al 2010, la spesa complessiva per pensioni è aumentata del 2,9%, a fronte di un tasso d’inflazione medio nel 2012 pari a circa il 3 per cento. L spesa reale è quindi in leggero calo. Ma l’incremento è avvenuto in maniera diversa nei vari settori del Paese. Nelle Isole si registra l’incremento più elevato (3,7%) come del resto nelle regioni del Centro (+3,1%) e del Sud (+3%) si osservano valori superiori al dato nazionale. Più bassi gli aumenti nel Nord-est (2,9%) e nel Nord-ovest (2,6%), mentre in sensibile ribasso è il dato per l’Estero (-4%).

 

Il  reddito più alto in Lazio e più basso in Basilicata

I pensionati del Lazio percepiscono il reddito pensionistico mediamente più elevato (18.885 euro), un dato che è superiore del 40% rispetto a quello dei pensionati della Basilicata (13.486 euro), il più basso tra le regioni italiane. Il dato medio ammonta 

Il Molise è invece la regione con il più basso importo medio delle pensioni (9.226 euro, inferiore del 30% rispetto ai trattamenti erogati nel Lazio).

Il reddito pensionistico medio italiano è poco più di 16mila euro annui e l’importo medio delle pensioni italiane è circa 11.400 euro.

 

Pensioni  ancora più giù nelle isole

Oltre la metà dei pensionati delle Isole (52,7%) percepisce un reddito pensionistico mensile inferiore ai 1.000 euro; mentre il 20,4% dei pensionati del Nord-ovest beneficiano di pensioni con importi superiori ai 2.000 euro. Ciò deriva anche dalla diversa natura dei trattamenti.

 

Più assistenza al Sud

Nel Nord-ovest le pensioni di vecchiaia assorbono il 59,8% della spesa totale, mentre quelle assistenziali solo il 12,9%. Al capo opposto le Isole, dove l’incidenza sulla spesa è del 27,4% per le pensioni assistenziali e del 39,6% per quelle di vecchiaia.

 

Rapporto tra pensionati ed occupati

E’ la Calabria la regione dove si rileva il valore più elevato del rapporto tra pensionati e occupati: 88,1 pensionati ogni 100 occupati. Valori superiori a 80 si rilevano anche in Molise, Sicilia, Basilicata, Puglia, Campania e Liguria. Il rapporto si attesta su valori più bassi in Trentino Alto Adige (57,1%), Veneto (60,7%) e Lazio (62,6%). 

Nelle regioni del Nord-ovest l’incidenza delle pensioni destinate a ex lavoratori del comparto pubblico è del 9,5%; valori più elevati si osservano nelle altre ripartizioni con il massimo (14,7%) nelle Isole.

 

 

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