Sindacati sul piede di guerra contro la Legge di Stabilità

Camusso (Cgil): “Per uscire dalla recessione necessaria una svolta in politica economica”

ROMA – Sta per terminare il terzo giorno di scioperi e manifestazioni, promossi da Cgil, Cisl e Uil per modificare la Legge di Stabilità. E non sarà l’ultima mobilitazione, visto che i Sindacati hanno già preparato un secondo pacchetto di scioperi e mobilitazioni. Nella giornata odierna i  lavoratori sono scesi in piazza per quattro ore nelle principali città del paese. Dopo Cosenza, Potenza e Matera oggi ad incrociare le braccia sono stati i lavoratori e le lavoratrici del Lazio e della Toscana, i quali hanno partecipato ai cortei, sit-in e volantinaggi che si sono svolti a livello provinciale in entrambe le regioni. 

 

La voce del dissendo parte dalle piazze

“Più equità e più giustizia”, “no a far pagare il conto sempre al lavoro dipendente e ai pensionati”, “meno tasse sui lavoratori”, sono alcune tra le richieste che arrivano dalle piazze. Slogan simili hanno risuonato nei cortei che hanno sfilato a Roma, Frosinone, Latina, Viterbo e Rieti. Dal palco allestito in Piazza Santi Apostoli i Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil di Roma e Lazio hanno chiuso la manifestazione della capitale davanti ad alcune migliaia di persone, risultato significativo, vista che si trattava solo di 4 ore di mobilitazione.. “Cambiare la Legge di Stabilità 2014 – Dagli sprechi e dalle rendite più risorse ai lavoratori e ai pensionati” chiede uno dei tanti striscioni che hanno aperto la testa del corteo romano. A precedere i manifestanti anche nove taxi con lo stendardo dell’Un.I.C.A. (Unione Italiana Conducenti Autopubbliche) e bandiere dei tre sindacati confederali ai finestrini. Presente anche l’Ugl Lazio, con un proprio segmento di corteo. Striscioni e volantini sdoganano unanimemente che questo “non è un paese per Giovani” e che “la legge di stabilità è inadeguata”.   Ad incrociare le braccia anche gli addetti al trasporto pubblico: entrambe le metro capitoline, insieme a autobus e tram hanno dimezzato le loro corse per le quattro ore di sciopero.

 

Camusso: “è necessaria una svolta nella politica economica”

Intanto, in vista del suo discorso previsto per venerdì a Milano, è intervenuta a Radio Anch’io il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso: “E’ necessaria una svolta nella politica economica necessaria al Paese per uscire dalla recessione e tornare a crescere”.  Secondo la leader della CGIL “nella massa di emendamenti presentati per modificare l’attuale Legge di Stabilità manca un ‘filo conduttore’”, un filo conduttore che deve avere al centro l’abbassamento della tassazione sui redditi da lavoro e da pensione. “E’ necessario un cambio di passo – insiste-, mentre si continua ad agire dando per scontato che non bisogna spostare i pesi”.  Alla domanda sull’ipotesi di estendere la ‘no-tax area’ ai redditi inferiori ai 12mila euro (oggi al tetto di 8mila euro l’anno per i lavoratori dipendenti, 7.500 per i pensionati), il Segretario Generale della CGIL afferma “non ci convince: quella della no tax area è una logica che rischia di favorire l’evasione” ricordando che in Italia “l’Irpef è una tassa ampiamente evasa”. Bisogna, a suo giudizio, pensare piuttosto a una restituzione fiscale a chi ha un comportamento fiscale virtuoso: “chiediamo detrazioni per i lavoratori prepensionati”.  

L’Italia non può privarsi del suo patrimonio

E proprio sulla lotta all’evasione fiscale Camusso ribadisce la sua contrarietà all’ipotesi di un condono fiscale “è una visione a breve termine e non di cambiamento. Inoltre, si diffonde il messaggio che c’è lo sconto per chi evade”. Per Camusso non è vero che le risorse recuperate potrebbero essere destinate ad altre emergenze perché, ha spiegato, “quelle entrate di oggi rappresentano una previsione di buchi successivi”. Infine, per la leader della CGIL un altro errore sarebbe quello della vendita delle spiagge, ipotesi emersa nella discussione in Parlamento e che ha portato un’accesa discussione all’interno del partito democratico, “è sbagliato, bisogna semmai ragionare sul valore delle concessioni. Il paese – ha concluso Camusso – non può privarsi del suo patrimonio”. 

Domani si replica lo sciopero

Nella giornata di domani a scendere in piazza saranno i lavoratori e le lavoratrici dell’Emilia Romagna, della Liguria e delle provincie di Belluno, Treviso e Verona, in Veneto. Nel frattempo, a sottolineare i dati disagevoli dell’economia nostrana, che sono alla base delle manifestazioni di questi giorni, è l’Ocse che certifica per l’Italia un nuovo picco per la disoccupazione. A settembre, infatti, il tasso di disoccupazione è aumentato di 0,1 punti percentuali in Francia (al 11,1%) e Italia (al 12,5 %), raggiungendo nuovi picchi , mentre è diminuito di 0,1 punti percentuali in Germania (al 5,2 %), il livello più basso dal 1991. Sempre nel mese di settembre il tasso di disoccupazione nell’area Ocse è rimasto stabile al 7,9%: fermo al 12,2% anche il livello nell’eurozona. Il tasso di disoccupazione giovanile nell’area Ocse è sceso di 0,1 punti percentuali, al 16,0% mentre è aumentato di 0,1 punti nella zona euro, al 24,1%. Spicca su questo fronte l’aumento della disoccupazione giovanile in Francia (+0,5 punti percentuali, al 26,1 %), mentre è rimasta stabile in Spagna ( 56,5%) e Portogallo ( 36,9%) ed è scesa in Irlanda (- 0,4 punti, al 28,0%). In Italia la crescita è stata di 0,2 punti al 40,4%. In tutta l’area Ocse a settembre 47,9 milioni di persone erano disoccupate, con un calo di 100 mila unità rispetto ad agosto ma in aumento di 13,2 milioni rispetto al luglio 2008.

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