Sui capannoni l’Imu è aumentata fino al 10%. Con la Tares aumenti boom per i negozi di frutta e verdura (+34,5%) e per ristoranti, trattorie e pizzerie (+31%)
VENEZIA – Per molti imprenditori domani sarà, da un punto di vista economico, una giornata campale. Oltre a dover pagare la seconda rata dell’Imu sugli immobili strumentali, molti Comuni hanno previsto entro il 16 di dicembre il versamento del saldo della Tares: ovvero, il nuovo tributo sui rifiuti. Rispetto al 2012, gli aumenti che una buona parte di questi imprenditori ha subito quest’anno sono veramente molto pesanti. A dirlo è la CGIA. Vediamo i dati.
Imu
Da un punto di vista metodologico sono state prese le aliquote medie applicate dai venti Comuni capoluogo di Regione su tutte le diverse tipologie di immobili ad uso produttivo/commerciale. Ebbene, nel 2013 solo i negozi e i capannoni (sia quelli classificati D7 sia quelli D8) non hanno subito aumenti dell’aliquota media. Nonostante ciò, i capannoni hanno subito lo stesso un incremento di imposta a seguito dell’ aumento del coefficiente moltiplicativo utilizzato per determinare la base imponibile che è passato da 60 (valore applicato nel 2012) a 65.
Se per i negozi e le botteghe artigiane l’importo medio da pagare quest’anno è lo stesso di quello versato l’anno scorso (926 euro), per tutti gli altri immobili c’è un rincaro. Per gli uffici-studi privati e i laboratori artigianali gli aumenti sono leggerissimi (rispettivamente + 0,5% e + 1,6%), per i capannoni, invece, i ritocchi all’insù sono molto pesanti. Per quelli classificati D1, l’aumento è di 352 euro (+10% rispetto al 2012), che “spinge” il costo totale annuo dell’Imu a 3.860 euro.
Per i capannoni D7 e D8 (ovvero quelli industriali e quelli commerciali) l’incremento è per entrambi dell’ 8,3%. Se i primi registrano un aumento di 493 euro, che fa salire l’imposta annua a 6.403 euro, i secondi subiscono un ritocco di 591 euro, che porta il costo complessivo dell’imposta a toccare i 7.676 euro.
“A tal proposito – ricorda il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – questi aumenti vanno a sommarsi a quelli già avvenuti l’anno scorso. Rispetto a quando si pagava l’Ici, i proprietari di capannoni hanno subito nel 2012 un incremento medio del 100%, con punte che in molti casi hanno toccato il 154%.”
IMU: Aliquote medie su immobili strumentali |
Esborso medio IMU annua |
||||||
2012 |
2013 |
|
IMU 2012 |
IMU 2013 |
Maggiore (+) Minore (-) versamento 2013 rispetto al 2012 |
||
euro |
% |
||||||
Negozi e Botteghe (C1) |
9,5 |
9,5 |
= |
926 |
926 |
0 |
0,0% |
Laboratori artigianali (C3) |
9,3 |
9,5 |
+ |
705 |
716 |
+11 |
+1,6% |
Uffici e studi privati (A10) |
9,8 |
9,9 |
+ |
1.884 |
1.892 |
+9 |
0,5% |
Opifici – Capannoni (D1) |
9,6 |
9,8 |
+ |
3.509 |
3.860 |
+352 |
+10% |
Capannoni specifica attività industriale (D7) |
9,7 |
9,7 |
= |
5.911 |
6.403 |
+493 |
+8,3% |
Capannoni specifica attività commerciale (D8) |
9,7 |
9,7 |
= |
7.085 |
7.676 |
+591 |
+8,3% |
Elaborazione: Ufficio Studi CGIA su dati Agenzia del Territorio
Tares
Nella seguente tabella si è messo a confronto il prelievo relativo alla tassa sui rifiuti del 2013 con quella del 2012.
A tal fine si sono analizzati i regolamenti comunali e applicate le tariffe relative a 10 Comuni capoluoghi di Regione (Ancona, Aosta, Bologna, Cagliari, Campobasso, Firenze, Genova, Milano, Torino e Venezia). Dopodiché si è calcolata la media del prelievo ottenuto sulle otto diverse tipologie di immobili ad uso produttivo/commerciale prese in esame.
Attività |
TARSU / TIA |
TARES |
Aggravio |
|
Euro |
% |
|||
Alberghi con ristorante (1.000 mq) |
6.674 |
7.780 |
+1.107 |
+16,6% |
Alberghi senza ristorante (600 mq) |
2.862 |
3.310 |
+449 |
+15,7% |
Studi professionali (80 mq) |
579 |
616 |
+37 |
+6,3% |
parrucchiere, barbiere, estetista (72 mq) |
467 |
547 |
+80 |
+17,0% |
carrozzeria, autofficina, elettrauto (160 mq) |
732 |
858 |
+126 |
+17,3% |
Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie (300 mq) |
6.375 |
8.353 |
+1.978 |
+31,0% |
Bar, caffè, pasticceria (100 mq) |
1.714 |
2.046 |
+332 |
+19,4% |
Ortofrutta (100 mq) |
2.510 |
3.376 |
+867 |
+34,5% |
Elaborazione: Ufficio Studi CGIA
Gli aumenti più importanti riguardano i negozi di ortofrutta: quest’anno subiscono un aumento del +34,5%. Il tributo medio annuo, per un negozio di 100 mq, sale a 3.376 euro.
Le cose non vanno altrettanto bene nemmeno per ristoranti, trattorie e pizzerie. Con un incremento del +31%, queste attività, con una superficie di 300 mq, pagano quest’anno un tributo medio di 8.353 euro. Male anche per bar e pasticcerie (superficie di 100 mq): l’aumento è pari al 19,4%, che “spinge” il tributo sui rifiuti a toccare un importo medio per il 2013 pari a 2.046 euro.
“Come è possibile – conclude Bortolussi – subire questi aumenti quando negli ultimi 5 anni di crisi economica la produzione dei rifiuti è diminuita del 5% e l’incidenza della raccolta differenziata, che ha consentito una forte riduzione dei costi di smaltimento, è aumentata del 30,5% ?”