Fiat, Landini a Letta: “No a governo spettatore, aprile è tardi per convocare un tavolo”

ROMA – Si è tenuta oggi 8 gennaio alle ore 13.00 la conferenza stampa presieduta da Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, riguardo la vicenda Fiat.

Alla vigilia dell’incontro separato con l’azienda previsto a Torino sul rinnovo contrattuale, il leader della Fiom sottolinea che se Fiat continuerà a produrre in Italia solo il 10% delle proprie automobili, in futuro non sarà possibile garantire l’occupazione. Sono due le richieste dei metalmeccanici della Cgil: “Rivendichiamo ufficialmente che il presidente del consiglio si attivi e sia lui a convocare un tavolo con Fiat e sindacati, perché nessuno ha un piano che indichi modelli, investimenti, destino del marchio Alfa e missione produttiva degli stabilimenti” chiede Landini al premier Enrico Letta  “aspettare Aprile è tardi, il governo deve dire adesso, a Gennaio, che idee ha della politica industriale, non solo per la Fiat, ma per tutti i settori strategici, altrimenti è tardi”. Landini ricorda anche che le grandi aziende dell’automotive mondiali si sono salvate dalla bancarotta, non solo con gli investimenti privati, ma anche con l’intervento pubblico. “In secondo luogo chiediamo da domani un unico tavolo di trattativa nel rispetto della sentenza della Corte Costituzionale secondo la quale tutti i sindacati rappresentativi hanno diritto a stare attorno allo stesso tavolo”, ha affermato Landini. I sindacati che hanno firmato il contratto aziendale Fiat, uscita da Confindustria e non sigla più lo stesso contratto degli altri metalmeccanici, incontreranno l’azienda a metà gennaio. Il leader della Fiom ha poi ricordato che l’obiettivo dell’Amministratore Delegato della Fiat, Sergio Marchionne, era quello di produrre 6 milioni di automobili all’anno, mentre l’azienda è ferma a 4,5 milioni, di cui meno del 10% in Italia (400.000). Con soltanto il 10% della produzione in Italia, non si assegna lavoro per tutti nei prossimi anni; servirebbe almeno il doppio della produzione. Domani la Fiom arriverà a Torino con una carta di rivendicazioni votata da 18.000 lavoratori che sollecitano certezze su “investimenti e prospettive del gruppo”, anche perché dopo l’accordo con il fondo statunitense Veba per l’acquisizione del 100% delle azioni Chrysler è più che mai necessario capire cosa succederà in Italia. 

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