Fca. Accordo su nuove retribuzioni. Fiom attacca

ROMA – Dopo la firma  del verbale d’intesa, tra Fca e sindacati Fim, Uilm, Fismic, Ugl, che stravolge totalmente l’attuale sistema retributivo, è scontro con Cgil e Fiom. Un accordo basato sostanzialmente su un sistema ‘premiante’ fatto di bonus e in cui i dipendenti parteciperanno ai risultati dell’azienda. 

L’ad Sergio Marchionne ha  rivendica la bontà di quanto sottoscritto, sottolineando gli ‘ipotetici’ vantaggi economici per i lavoratori. L’operazione avrà un costo per Fca di oltre 600 milioni di euro in quattro anni. “Se gli obiettivi finali del piano saranno quelli attesi, e sono sicuro che lo saranno, tutti i nostri lavoratori in Italia avranno vantaggi economici di assoluto rilievo, che deriveranno direttamente dal loro lavoro e dal loro impegno”, ha sottolineato Marchionne, che parla di “un significativo passo in avanti nel coinvolgimento delle persone per raggiungere i risultati del piano industriale”. Dall’altra parte non sono però mancate le critiche da parte di Susanna Camusso e Maurizio Landini.  E’ proprio Landini che definendo l’accordo una “proposta unilaterale” che cancella il ruolo del sindacato e che finge solo una partecipazione dei lavoratori, ha evidenziato la pericolosità del nuovo sistema retributivo, in cui ogni variazione sarà decisa appunto “unilateralmente dall’azienda sulla base di parametri che non si conoscono se non per titoli molto generici” e che sarà quindi “completamente variabile”.  

“Il salario è legato esclusivamente all’utile aziendale e alla sua gestione da parte del management”.  Ha detto Landini. Questo “a prescindere dalla prestazione lavorativa, dai suoi ritmi e dalle sue condizioni”. E con il dubbio “che sia legato anche alla presenza sul posto di lavoro, facendo perdere qualunque autonomia e libertà ai lavoratori e mettendo in gioco anche diritti fondamentali come la salute e la malattia”. 

Landini e il coordinatore automotive del sindacato, Michele De Palma, hanno già chiesto un incontro alla direzione aziendale e stanno promuovendo nuove assemblee tra i lavoratori. I due sindacalisti ricordano che “in moltissime altre aziende metalmeccaniche italiane, anche di piccole e medie dimensioni, da oltre vent’anni il premio di risultato viene normalmente contrattato e distribuito ai lavoratori, con quantità anche superiori a quelli annunciati per Fca, eventuali ”bonus” sono aggiuntivi e non sostituiscono mai gli aumenti contrattuali in paga base”. E invece proprio “questa sostituzione, unica nel suo genere in Europa, costituisce l”eccezionalità del sistema annunciato ieri dall’ad di Fca-Cnh”, attaccano Landini e De Palma. A questo punto, tirano le somme i due sindacalisti Fiom-Cgil, “ci sembra chiaro cosa vuole l’azienda. Molto meno gli altri sindacati, vista la cancellazione di ogni ruolo contrattuale e la subordinazione alle decisioni unilaterali aziendali che un simile sistema comporta”.

Anche Susanna Camusso non ha risparmiato critiche all’accordo: “Mi sembra che si sia costruita una grande notizia sul nulla, siamo di fronte a un’ipotesi che è molto simile ai tanti premi di risultato che contrattiamo in tante aziende con la differenza che Fca tende a pensare a un sistema unilaterale e non a un sistema di contrattazione”, ha detto questa mattina. “La questione – ha aggiunto – è di tornare a un negoziato contrattuale che coinvolga tutti, per determinare una condizione positiva tra i salari e le prospettive occupazionali, oltre alle nuove assunzioni”.

Ieri invece si sono espressi a favore sia Carmelo Barbagallo, leader della Uil che il leader della Cisl, Annamaria Furlan.  “Un’operazione da valutare positivamente. Finalmente la Fiat ha parlato di nuove relazioni industriali con il coinvolgimento del mondo del lavoro ai risultati che l’impresa fa”, ha dichiarato Barbagallo. “E’ una cosa che noi come Uil chiediamo da moltissimi anni e quindi la decisione ci fa particolarmente contenti”, ha osservato Barbagallo, ricordando “poi ci sono 15 miliardi di investimenti. Non ci sono esuberi da discutere e c’è un rilancio del gruppo significativo in Italia”. “Questo modello di nuove relazioni industriali che valorizza il protagonismo del lavoratore, retribuendolo bene in base agli obiettivi è positivo e speriamo che apra una nuova strada in Federmeccanica”, ha dichiarato la Furlan.

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