Jobs Act, “L’inganno a danno di precari e inoccupati continua”

Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri sera gli ultimi sei decreti attuativi del Jobs Act, due dei quali – riordino delle tipologie contrattuali e conciliazione dei tempi di vita e lavoro – in via definitiva. Gli studenti della Rete della Conoscenza attaccano: “Mentre si continua a togliere diritti a tutti, prosegue l’inganno a danno di precari e inoccupati”.

 
ROMA – “Nonostante le critiche provenienti da più parti, il Governo non ha voluto modificare l’impostazione politica dell’intervento sulle tipologie contrattuali.” – dichiara Riccardo Laterza, Portavoce nazionale della Rete della Cononscenza – “Da un lato si continua, dopo lo scalpo dell’articolo 18, a cancellare diritti e tutele con le nuove norme sul demansionamento, che consentono al datore di lavoro di assegnare unilateralmente al dipendente mansioni riconducibili al livello inquadramento contrattuale inferiore; dall’altro, la grande maggioranza dei contratti precari resta intatta e migliaia di lavoratori autonomi e atipici continuano ad essere esclusi dagli ammortizzatori sociali.”.

“Oltre al danno la beffa, l’inganno a danno di giovani, precari e inoccupati prosegue senza vergogna: i dati del Ministero del Lavoro e le dichiarazioni del Ministro Poletti tradiscono la retorica del Governo e mettono in luce come il baricentro del progetto di riforma sia la liberalizzazione del contratto a tempo determinato e di altre tipologie di lavoro precario e intermittente, come il ricorso ai voucher esteso fino a 7.000 euro annui” – continua Alberto Campailla, Portavoce nazionale di Link – Coordinamento universitario – “E’ indicativo che il 65,5% delle nuove attivazioni ad aprile sia rappresentato da contratti a tempo determinato: lo smantellamento delle tutele al contratto a tempo indeterminato e la liberalizzazione di quello a termine costituiscono una strategia inaccettabile per intervenire sulla disoccupazione e sui rapporti di lavoro rendendo tutti più precari e più ricattabili”.

“E’ innaccettabile che il governo continui a legittimare l’apprendistato come forma di assolvimento dell’obbligo scolastico, confermando, altresì, la sperimentazione dell’apprendistato sperimentale al IV e V anno degli istituti tecnici professionale. E’ necessario aumentare l’obbligo scolastico a 18 anni di età e solamente in seguito prevedere forme di apprendimento in apprendistato.”  -dichiara Danilo Lampis, Coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – “Se da un lato vengono compiuti passi avanti sui congedi parentali e diritto alla genitorialità, le prestazioni del welfare per precari, parasubordinati e lavoratori autonomi restano in alcuni casi insufficienti, in altri completamente assenti: anche l’estensione della Nuova Aspi a 24 mesi risulta finanziata con il risparmio sulla Cassa Integrazione Guadagni, anziché finanziare un vero sistema universale di integrazione al reddito tramite la fiscalità generale”.

“Continueremo a mobilitarci contro la precarietà, lo sfruttamento e le disuguaglianze sociali che questo governo sta rafforzando” – concludono gli studenti nella nota – “rivendicando tutele per tutti e un reddito universale che garantisca a ciascuno il diritto ad una vita dignitosa ed autonomia sociale per liberare gli individui dal ricatto”

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