Jobs act, tra proclami di Renzi e reale disoccupazione

ROMA – Ennesimo proclama dal ministero del Lavoro che annuncia un aumento di 185 mila posti di lavoro nel mese di maggio. In realtà questo numero altro non è che la differenza dei nuovi contratti con il Jobs act, ovvero oltre 934 mila e quelli cessati ovvero quasi 750mila.

Insomma i titoli dei maggiori quotidiani on line che riportano la notizia sembrano di buon aspicio, ma non lasciamoci ingannare. Stesso dicasi per affermazioni di politici della maggioranza di governo che addirittura elogiano questo risultato come ha affermato  Silvia Fregolent del direttivo del gruppo Pd alla Camera: “I dati dell’Istat e del ministero del Lavoro in materia di produzione industriale e occupazione di stamani non lasciano dubbi a chi avesse ancora bisogno di conferme sulla efficacia delle riforme del governo e dimostrano che il sistema produttivo italiano si e’ rimesso in moto dopo anni di crisi e recessione”.

L’Osce, dal canto suo dice cose ben diverse e parla di un probabile timido miglioramento dal 2016.  Il suo ultimo rapporto recentamente diffuso proprio sull’occupazione nei Paesi membri e sugli sviluppi futuri della crisi occupazionale parla chiaro. Infatti, nonostante quello che una certa politica voglia far credere, la disoccupazione rimane altissima in tutta Europa, specie in Italia definita tra le peggiori sul fronte occupazionale.

Oltre una persona su quattro di età sotto i 29 anni non è occupata sul lavoro e nemmeno sul campo dell’istruzione. Un dato che ha fatto letteralmente impennare la percentuale dall’inizio della crisi al 40%.

Ma non è tutto. I contratti precari dei giovani sono aumentati drasticamente. Insomma la disoccupazione in Italia è in aumento con un picco del 12,4% nel 2014 tra i giovani. Poi ci sarebbe da fare i conti con il mondo degli esodati, molti dei quali hanno un’età tra i 45 e 55 anni e per questo diventa ancora più problematica una loro ricollocazione. 

Un problema che esiste, ma che spesso viene affrontato da punti di vista discutibili, come quelli del premier Matteo Renzi, il quale a termine dell’incontro con il premier irlandese, Enda Kenny ha affermato: “Non c’e’ nessun Paese in Europa che ha fatto cosi’ tante riforme in cosi’ poco tempo. Adesso possiamo dire che un’Europa che si basa solo sulle statistiche e sui parametri non esiste” e su questo si basera’ “la discussione per i prossimi mesi. Nel giro di un anno abbiamo cambiato il mercato del lavoro, abbiamo dato stabilita’ al sistema politico con la nuova legge elettorale, abbiamo approvato le regole contro la corruzione e per la responsabilita’ civile dei magistrati e ieri abbiamo fatto un investimento sulla scuola con 100mila professori in piu’ e spero che nelle prossime ore chiuderemo la riforma della P.a., una delle principale sfide che abbiamo”. 

Condividi sui social

Articoli correlati