Michelin annuncia 578 tagli con chiusura fabbrica a Fossano

TORINO – La Michelin vara il piano strategico 2016-2020, che prevede il taglio di 578 posti di lavoro in Italia e la chiusura entro il prossimo anno dello stabilimento di Fossano, in provincia di Cuneo.

Immediata la risposta dei sindacati: domani quattro ore di sciopero per ogni turno di lavoro e manifestazione con il segretario della Fiom-Cgil, Maurizio Landini. Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, che nei prossimi giorni incontrerà l’azienda, esprime “viva preoccupazione per le sorti delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti”. Chiede un tavolo nazionale il M5S, mentre il responsabile lavoro di Sinistra Ecologia Libertà Giorgio Airaudo invita il premier Matteo Renzi a “fermare le chiusure che si susseguono anziché fare propaganda”. “Questo è in assoluto il giorno più brutto da quando ho iniziato il mio impegno di sindaco”, scrive su Facebook il sindaco di Fossano Davide Sordella che invita istituzioni nazionali e locali “a lavorare tutti insieme” per dare una risposta alle famiglie dei 400 lavoratori dello stabilimento.

Gli esuberi indicati dall’azienda in Italia sono 400 a Fossano, 120 a Torino, 30 ad Alessandria e 28 a Tribano (Padova). Michelin, che in Italia ha oltre 4 mila dipendenti e realizza più del 10% della sua produzione europea, “si impegna ad assistere personalmente ogni dipendente nel trovare un impiego alternativo e implementerà un innovativo programma di supporto al ritorno al lavoro” che verrà “messo a punto con i sindacati nel corso delle prossime settimane”. L’azienda spiega che “per affrontare i cambiamenti di mercato e mantenere una forte base in Italia, ha implementato un piano strategico quinquennale che sarà supportato da un investimento di 180 milioni di euro per sviluppare i volumi di gomme per camion, auto e van entro il 2018″. E’ previsto il rafforzamento dei siti di Cuneo e Alessandria”, dove lavorano rispettivamente più 2 mila e più di 800 dipendenti. Michelin, che impiega oltre 65 mila dipendenti e ha 40 siti produttivi in Europa, vuole chiudere anche gli stabilimenti di Oranienburg (Germania) e Ballymena (Uk). Il piano prevede 265 milioni di investimenti “per modernizzare le fabbriche e il network logistico in questi Paesi”. La riorganizzazione costringerà Michelin a registrare in bilancio una svalutazione di 280 milioni di euro delle sue attività.

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