ROMA – “Se vogliamo introdurre il pensionamento flessibile dobbiamo cambiare il Patto di stabilità in Europa”.
Lo afferma in un’intervista a ‘Repubblica’ il presidente dell’Inps Tito Boeri, ricordando che “l’ introduzione di maggiore flessibilità in uscita peggiora nell’ immediato il disavanzo, mentre nel tempo lungo la spesa si riduce visto che con l’ anticipo del pensionamento l’importo dell’ assegno sarà più basso anche se erogato per più anni. Ma le attuali regole europee non tengono conto di tutto questo.
Guardano al debito passato, non al debito futuro, invece è questo che diventerà decisivo a causa della crescita della spesa in protezione sociale”. “L’ Italia – ricorda Boeri – ha un alto debito pubblico accumulato ma è uno dei Paesi che ha fatto una riforma pensionistica in grado di controllare la dinamica della spesa. Non si tratta di chiedere deroghe al Patto, di strappare margini di flessibilità. Si tratta di introdurre vincoli più stringenti, ma vincoli diversi da quelli attuali. L’ Italia ha un livello del debito pensionistico del tutto sostenibile e per questo andrebbe premiata”. Per ora, aggiunge il presidente dell’Inps il governo “ha voluto perseguire altre strade. Peccato, perché il pensionamento flessibile è importante ora, nel 2016, non tra due o tre anni” quando sarebbe “troppo tardi” visto che “l’ innalzamento repentino dell’ età anagrafica per il pensionamento in questi anni di crisi economica ha creato un tappo all’ assunzione dei giovani”. Boeri si esprime quindi contro il blocco delle assunzioni che “si protrae da ormai 15 anni e ha avuto effetti negativi sulla pubblica amministrazione”.