Atahotels, il tavolo al Mise non risolve la vertenza dei 500 addetti

I sindacati: urgente individuare percorso per la ricollocazione

ROMA – Non trova soluzioni la vertenza Atahotels, che vede, dopo la rottura dei contratti di affitto di 8 strutture alberghiere di proprietà del Fondo Antirion e di Enpam, 500 lavoratori senza alcuna certezza sul futuro.

Il tavolo di gestione della crisi  richiesto da Filcams CGIL, Fisascat CISL, Uiltucs e attivato al ministero dello Sviluppo Economico si è concluso ieri senza il raggiungimento di un accordo: Atahotels/Gruppo Unipol ha confermato di voler proseguire con la procedura di mobilità fino al licenziamento dei lavoratori e il fondo Antirion non ha voluto prendere impegni credibili ed esigibili per preservare i livelli occupazionali.

Il Fondo, oltre a non aver chiarito in che modalità e tempi intendi far riprendere le attività delle strutture alberghiere, non ha valuto farsi carico di porre nelle condizioni di affitto delle strutture il tema del recupero della forza dei lavoratori, proponendo solo una disponibilità a verificare la possibilità di recuperare i lavoratori ad accordi già avvenuti.

Per le organizzazioni sindacali, è la conferma che l’operazione è finalizzata esclusivamente a svincolare le strutture dai lavoratori, per aumentare i margini di guadagno del Fondo con i futuri gestori.

Si tratta di un’operazione spregiudicata, che non tiene conto degli effetti sociali, e che andrà verificata anche rispetto al fatto che Antirion gestisce beni di un Ente previdenziale soggetto al controllo dello Stato.

«Abbiamo lavorato per il raggiungimento di un accordo ponte, che, attraverso una presa di responsabilità da parte di tutti, potesse garantire il proseguo delle attività alberghiere e dei lavoratori. Ma la presa di responsabilità non c’è stata» riferiscono i rappresentanti dei lavoratori. Subito dopo Pasqua, le organizzazioni sindacali riprenderanno il confronto con la direzione di Atahotels/Gruppo Unipol, alla quale continueranno a chiedere di individuare soluzione per la ricollocazione dei lavoratori, ma è evidente che senza impegni di chi oggi detiene la proprietà degli immobili, la strada è in salita.

I lavoratori intanto continueranno le iniziative di mobilitazioni, già oggi (25 marzo) si svolgerà un presidio sotto il Fondo Antirion, a Milano, via San Prospero 4.

Da qui a un mese, l’unica certezza sembrano essere le lettere di licenziamento e la presa d’atto, molto amara, che la finanza prende il sopravvento sul lavoro, anche se a chiamarla in causa sono le Istituzioni che dovrebbero garantire lo sviluppo economico del Paese.

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