Lavoro: In Veneto esplosione di voucher; +40% in primo bimestre

VENEZIA – Con un nuovo exploit anche nel 2016, i voucher stanno diventando una delle primarie modalita’ lavorative in Italia e soprattutto nel Veneto dove l’anno scorso hanno superato i 15 milioni, interessando oltre 100.000 lavoratori di tutte le eta’: nei soli primi due mesi del 2016 in regione siamo gia’ a 2.636.262 buoni lavoro venduti, con un incremento del 40,2% rispetto all’analogo periodo del 2015 e dell’82,6% sul 2014.

A evidenziarlo al Cgil, che sottolinea come il problema sia che “questa modalita’ oltre a non garantire nessuna tutela ai lavoratori, nasconde ampie aree di lavoro grigio essendo piuttosto larghe le maglie normative che la regolano”.”La tipologia del lavoro occasionale cui vanno ricondotti i voucher – dice Basso – di “occasionale” ormai non ha piu’ nulla e le aziende vi ricorrono per esigenze lavorative di vario tipo senza vincoli di sorta se non un tetto retributivo (2.000 euro annui) per ogni singolo committente. Un limite che evidentemente non esiste per tutti coloro che usano i voucher a copertura di quote di lavoro sommerso. Intanto in Veneto abbiamo posto il problema in sede regionale e la questione e’ stata inserita all’ordine del giorno del Tavolo di Concertazione convocato per il 26 aprile”, spiega Tiziana Basso della segreteria regionale, secondo cui vi e’ un danno previdenziale per i lavoratori, che pure versano un contributo all’Inps (il 13% del voucher) poiche’ andando questo nella gestione separata, difficilmente verra’ cumulato agli altri contributi il giorno in cui andranno in pensione. La Cgil ne chiede l’abolizione e, nell’ambito della raccolta di firme per il Nuovo Statuto del Lavoro, prevede alcuni referendum rafforzativi tra cui quello per la soppressione dei voucher in quanto forma estrema di precarieta’.

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