Sciopero Alitalia e Meridiana. Voli cancellati

CAGLIARI – Sono gia’ 22 i voli cancellate oggi da e per i tre aeroporti della Sardegna in occasione dello sciopero di quattro ore, dalle 11 alle 15, dei dipendenti Alitalia e del personale di volo di Meridiana aderente alle sigle Usb, Apm e Cobas.

Nel dettaglio per ora al Costa Smeralda di Olbia sono saltati solo due voli Meridiana, quello di stamane per Torino e quello in arrivo da Verona alle 18.55. Piu’ pesanti i disagi all’aeroporto di Cagliari, dove finora sono stati cancellati 16 voli: Alitalia ha cancellato sette voli in partenza per Roma Fiumicino e Milano Linate, nella fascia interessata dallo sciopero, e altrettanti in arrivo dai due scali serviti in regime di continuita’ territoriale. Meridiana ha soppresso, invece, il volo da Torino delle 14.40 e quello diretto a Verona che sarebbe dovuto patire stamane alle 7. Ad Alghero le cancellazioni sono quattro, tutte di Alitalia: non partiranno gli aerei diretti a Fiumicino alle 12 a Linate alle 13, ne’ arriveranno quelli provenienti da Linate delle 10.50 e da Fiumicino delle 15.25. Nell’arco della giornata, comunque, sullo scalo di Fertilia sono previsti tre voli da e per la capitale e due da e per Linate.

Nel frattempo i dipendenti di Meridiana lanciano un comunicato per sostenere la questione sicurezza.

“Dopo l’accordo quadro che prevede 400 licenziamenti, – scrivono in una nota -il personale navigante di cabina e i piloti, hanno posto con forza la questione sicurezza. Questo è un preciso dovere dei naviganti. Ricordiamo brevemente perché siamo arrivati a questo punto:

-Giugno 2011, Meridiana chiede la cassaintegrazione;

-Qualche mese dopo acquista Airitaly, una compagnia che effettua solo voli charter, proprietaria di un solo slot, diritto di decollo e atterraggio;

-Viene nominato AD il proprietario di Airitaly che lascerà un anno dopo lasciandoci in eredità un buco di 110 milioni di euro;

-L’attività viene spostata lentamente da Meridianafly a Airitaly. Oggi l’attività è all’80% effettuata da Airitaly. Questo ha aumentato la cassaintegrazione da noi e gli esuberi;

-I lavoratori Meridianafly non hanno mai chiesto e voluto la cassaintegrazione che serve alle aziende per rilanciarsi, cosa che non è stata fatta. Anzi, si è portata l’azienda sull’orlo del fallimento;

-I vertici di Meridiana sono stati indagati per truffa aggravata ai danni dello Stato, per il supposto uso fraudolento degli ammortizzatori sociali. Tra questi c’è Rigotti, colui il quale oggi fa la morale ai lavoratori;

-Gli stipendi Meridiana erano già stati tagliati nel 2009 subendo una decurtazione del 20/30% e oggi, con questo accordo, subiscono un ulteriore taglio del 20/30%. Non si è mai vista una decurtazione del 40/60% nel giro di pochi anni;

-Qatar al momento non c’è e temiamo possa essere una messinscena, almeno finché non si vedranno documenti ufficiali;

-I lavoratori Meridianafly non sono privilegiati. Hanno stipendi più bassi di Easyjet, nota lowcost;

-Meridiana non contenta di aver trasferito l’80% dell’attività in Airitaly (compagnia decotta che sarebbe morta senza l’acquisto da parte di Meridiana) ha deciso di licenziare solo i lavoratori Meridianafly, mediamente più grandi, con famiglie ecc… la richiesta di spalmare i sacrifici sulle due compagnie è stata completamente ignorata.

-Il 28 giugno, in piena notte, Meridiana invia 406 lettere di licenziamento colpendo senza criterio chiunque e senza comunicare nulla ai lavoratori come previsto dalle leggi. Questi lavoratori si aggiungono agli oltre 600 già usciti volontariamente. Questo è quindi un progetto di annientamento di una platea di lavoratori considerati scomodi e trattati in modo disumano;

-Dopo tutto questo si pretende che i lavoratori vadano a lavorare per altri tre mesi, con la lettera di licenziamento in mano e stiano pure zitti, come nulla fosse. Questo va contro ogni buonsenso e rispetto della sicurezza dei voli quindi delle persone e di chi viaggia.

“Chiediamo – concludono i lavoratori – di dare massima eco a questa situazione folle. Il problema di questa azienda è il management, non i lavoratori, Rigotti in testa. Il Governo non si è assunto le responsabilità di evitare questa situazione, consentendo questo scempio.”

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