Il muro di Trump fa precipitare le borse

ROMA – Per quanto riguarda l’azionario, in Asia Tokyo, Shanghai e Hong Kong hanno registrato forti cali, in Europa i future dei listini sono in netto ribasso e a Wall Street e’ atteso un crollo verticale, quando i mercati apriranno alle 15.30 italiane.

I future del Dow Jones, che indicano le previsioni di apertura, cedono al momento poco meno di 700 punti, ma ne perdevano oltre 800 punti, il 5%, quelli del Nasdaq arretrano di 225 punti, il 4,69% e quelli dello S&P 500 di 90 punti, il 4,17%, ma entrambi i listini nelle ore precedenti erano arrivati a bruciare piu’ del 5%. Questo ha fatto scattare i blocchi automatici sugli e-mini dello S&P 500, particolari contratti scambiati per lo piu’ al Cme e con valore frazionario rispetto a quelli normali, ma anche sullo S&P e il Nasdaq. Il dollaro e’ in caduta libera rispetto a tutte le principali valute, cedendo il 3,71% sulla divisa giapponese a 101,24 yen e con l’euro che si rafforza del 2,4% a 1,1289 dollari, la sterlina in aumento dell’1,35% a 1,2544 dollari e il dollaro canadese in aumento dell’1,7%. Fa eccezione il peso messicano, che rispetto alla divisa americana arriva a cedere quasi il 10%, convincendo la Banca centrale locale a convocare una riunione di emergenza per discutere delle ricadute ed eventuali contromisure. Un biglietto verde e’ arrivato a comprare 20 peso messicani, un record: Trump ha promesso di costruire un muro lungo il confine tra Stati Uniti e Messico e intende rinegoziare il North American Free Trade Agreement, l’accordo commerciale tra Canada, Usa e Messico. In forte ribasso anche il petrolio, con il Wti che arretra ora il 2,49% a 43,86, ma era arrivato a perdere fino al 3,8% a 43,28 dollari al barile, e il Brent in ribasso del 3,4% a 44,47 dollari. Balza invece l’oro, considerato il bene rifugio per eccellenza, che avanza del 3,9%, ma guadagnava fino al 4,6% a 1.333 dollari l’oncia. Viceversa, i titoli di stato americani, uno degli investimenti considerati piu’ sicuri, sono in deciso aumento, con i rendimenti decennali, benchmark del settore, che si avviano verso il calo giornaliero maggiore dalla Brexit, esacerbato appunto dai bruschi movimenti dell’overnight. I rendimenti decennali, benchmark del settore, si attestano al momento all’1,7657%, ma era scivolati fino all’1,746%, dopo essersi portati ieri all’1,896% sulla scia dell’ottimismo della vigilia su una possibile vittoria di Clinton. 

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