Lavoro: Corte Ue,possibile opposizione a licenziamenti collettivi

BRUXELLES – I licenziamenti collettivi sono possibili, purche’ previsti secondo criteri “chiari”, ma e’ sempre possibile per i governi opporsi “per motivi attinenti alla protezione dei lavoratori e dell’occupazione”.

Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell’Ue, nella sentenza emessa oggi nel caso sollevato dalla societa’ greca Aget Iraklis. L’impresa ha presentato un piano di licenziamento collettivo di 236 persone, che ha incontrato l’opposizione del ministero del Lavoro dando avvio alla causa. L’organismo di giustizia di Lussemburgo ha chiarito che la direttiva europea 59 del 1998 in materia di licenziamenti collettivi “non e’ in contrasto, in linea di principio”, con una normativa nazionale che conferisce ad un’autorita’ pubblica il potere di impedire licenziamenti collettivi con decisione motivata. Tuttavia nel caso in questione la Corte rileva che la Grecia abbia impedito la liberta’ di stabilimento, vale a dire la possibilita’ di costituire e gestire un’impresa o intraprendere una qualsiasi attivita’ economica in un Paese dell’Ue tramite l’apertura di agenzie, filiali e succursali. Non solo: i tre criteri con cui le autorita’ greche devono valutare i piani di licenziamenti collettivi (interesse dell’economia nazionale, situazione dell’impresa e condizioni del mercato del lavoro) non sono stati soddisfatti. In particolare le motivazioni legate alla situazione dell’impresa e condizioni del mercato del lavoro “sono formulati in modo generico e impreciso” e quindi il governo greco non pua’ bloccare il licenziamento di 236 persone. 

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