L’Italia in fase di liquidazione. Il timone misteriosamente trasferito nelle mani della Bce

ROMA – Siamo in una fase storico-politica senza precedenti. Qualcuno ha già iniziato il “count-down” in vista di un possibile default italiano. C’è un puzzle da definire e soprattutto da capir meglio. Stiamo assistendo ad un evento incredibile: la sovranità Nazionale, la politica o meglio il Governo italiano, esegue il compitino assegnatogli dalla Comunità Europea. Berlusconi è stato criticato da alcuni dei “suoi” per aver messo la testa nel cappio, ma a questo punto è difficile pensare che così sia stato. Le dichiarazioni del presidente dell’Idv Di Pietro sono chiare e fanno capire bene ciò che probabilmente sta accadendo. “Da qualche giorno siamo un Paese commissariato e sotto tutela. Non succedeva dalla fine della seconda guerra mondiale e non c’è da esserne orgogliosi.

Le istituzioni della Ue e i leader delle principali potenze europee hanno stabilito quanto deve essere pesante la manovra ed entro quando va portata a termine, ma hanno anche indicato le voci di spesa sulle quali intervenire? Le regole della democrazia e della trasparenza esigono che Berlusconi e Tremonti raccontino chiaramente ai cittadini tutto quello che la Ue ha chiesto all’Italia come condizione per salvarla dal fallimento a cui la stava condannando questo governo”. Non siamo più, dunque, un popolo sovrano?? Su chi ricadrà la crisi??  Alla Bce è sufficiente avere garanzie che il debito italiano sia messo sotto tutela ma a che prezzo non è dato saperlo. “La misura dell’intervento non può essere messa in discussione – afferma l’ex pm – però il Parlamento repubblicano ha il diritto e il dovere di decidere dove affondare le forbici. Nelle Commissioni che riuniranno giovedì si deve discutere di tutto ciò: di come rendere più giusta e più funzionale la manovra che è iniqua e controproducente, perché il peso della crisi e degli errori del governo non possono ricadere sempre sulle spalle di chi già sta pagando da anni e anni”. Negare la validità di quello che ancora rilancia lo stesso Di Pietro sarebbe soltanto miopia. Berlusconi è salito alle camere ben sapendo quali fossero le condizioni dettate dalla Bce.  Ma continua a fare il manager che decide da solo. Discute attraverso video- conference, con l’assenza di un contraddittorio interno, di un confronto sia con gli alleati che (soprattutto) con l’opposizione Parlamentare che oggi più che mai non può essere tenuta all’oscuro dei più che probabili diktat provenuti dall’Europa. La spia rossa si è accesa; persino il “Senatur” parla con favore di “andare dietro all’Europa”. Parla di uno scambio di idee avuto con Tremonti e Calderoli; Lui, il più indipendetista, o meglio nazionalista, della compagine governativa?! Conferma persino la notizia della lettera con la quale la Bce chiede all’Italia misure contro la crisi e per il rilancio della crescita. La domanda dei giornalisti verte ancora sul possibile “commissariamento” dell’Italia da parte della Bce. Lo scaltro Leader della Lega glissa e aggira la risposta!

Una risposta che implicitamente viene dal vice presidente dei deputati del Pdl Osvaldo Napoli, che usa parole chiare in proposito dichiarando “che se un commissariamento è scattato con la lettera della Banca centrale europea esso riguarda non certo il governo ma le politiche fin qui messe in campo dalle opposizioni”.  Probabilmente nessuno ha ancora avvertito lo Stesso Osvaldo del fatto che da anni è la Sua parte politica a tenere le redini della politica e dell’economia italiana!  Il fatto indubbiamente più grave è quello di accusare lo stesso Popolo Italiano che si è espresso con uno degli strumenti cardine della Nostra democrazia. “Le liberalizzazioni nei servizi pubblici locali – ha aggiunto Osvaldo – come la riforma del mercato del lavoro sono i punti qualificanti della manovra di luglio del ministro Tremonti. Contro queste misure Pd e Idv si sono strenuamente opposti fino a cavalcare i referendum di giugno. La lettera della Bce è dunque indirizzata a quei settori della politica italiana che da sempre hanno ostacolato i processi di modernizzazione del paese senza i quali si fa incerto l’approdo europeo”.  Ecco in che modo una tragedia, della quale sono stati da tempo individuati i responsabili, rischia un capovolgimento nella stessa spiegazione delle dinamiche.

Le considerazioni non devono esser fatte in questo momento sull’operato della Bce quanto su ciò che di nascosto sta facendo il Nostro governo. Alla Comunità europea interessa stabilità economica e null’altro. Costi quel che costi. Questo è il punto. Non ci sono scuse che tengano. La politica nazionale ha il dovere e il diritto di decidere su quali binari muoversi per contrastare questa crisi ma non quello di accettare piatti precotti sul “come” ciò debba essere fatto.  Chiede chiarezza Bersani, affermando che “al di là di indiscrezioni nessuna comunicazione formale è stata data né a noi, né all’opinione pubblica. Che cosa davvero e precisamente ci stanno chiedendo la Bce e le istituzioni internazionali? Un governo impotente, totalmente screditato e ormai commissariato – conclude – dica almeno qual è la situazione reale”.  Per mesi si è invocato una partecipazione attiva delle parti sociali senza poi tener conto di quello che pensano?  Bè, secondo la Cgil “l’insistente notizia che vi sarebbe una comunicazione formale della Bce che indica al Governo le misure da prendere, dà corpo alla preoccupazione che si stia vivendo ormai in un Paese commissariato e privo di autonomia”. Susanna Camusso sottolinea ancora che “non è dunque un problema di forma ma di correttezza democratica: si renda nota senza omissioni la comunicazione o la lettera della Bce. Cosi ciascuno potrà in trasparenza valutare a che punto di crisi è giunto il Paese senza il velo delle continue omissioni e menzogne del Governo”.

L’Italia non esiste quindi più?? Una cosa è certa: non ha più un Governo, non dialoga nelle Istituzioni, è preda di una gestione delegata a Soggetti esterni – questa volta rappresentati non dai Nostri economisti o politici di comprovata esperienza settoriale – ma bensì dai massimi Esponenti della Banca comunitaria europea. Sia fatta la Loro volontà. Di certo possiamo prendere atto che non è la volontà degli Italiani, che si chiede solo al Cittadino di fare sacrifici e rinunce, e che lo stesso stato di cittadinanza viene a decadere sotto i colpi delle responsabilità di un governo che dopo aver impedito, sull’esempio di Attila, la ricrescita dell’erba laddove è passato, sta ormai preparandosi a diventare “dipendente diretto” di quella Comunità europea che si sta comunque dimostrando ben lontana da quella nata e pensata molti anni fa.  Non resta che prendere atto del fatto che ancora una volta i limiti, per non dire la fine, di un sistema socio-economico stanno emergendo in tutta la loro drammatica quanto incontestabile realtà.

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