Spread. Dubbi sull’effetto Monti ma ora è la Francia il bersaglio grosso

ROMA – E’ rimasto deluso chi si attendeva un effetto taumaturgico derivante dalla mera investitura di Mario Monti alla guida del Governo. L’effetto Monti, è durato, a questo punto aggiungiamo anche se mai c’è stato, lo spazio di pochi giorni e neanche la nomina di un governo che per curricula è particolarmente vocato a piacere alle banche ed ai mercati è riuscito a dare una scossa sensibile a quel dannato spread che insiste ad aggirarsi sul livello mostruoso di 520 punti.

I nostri Btp sono quindi costretti a continuare ad offrire rendimenti intorno al 7% pur di convincere acquirenti sempre più riottosi a procedere all’acquisto.
I difensori più strenui dell’esecutivo a guida montiana potrebbero però far notare che se lo spread non è sceso in fondo non è neppure salito e potrebbe essersi materializzato proprio in questo l’effetto Monti in questa fase.
In effetti i mercati in questa fase stanno portando avanti un lavoro di logorio ai fianchi che ha messo nel mirino il gruppo dei paesi a Tripla A dell’area euro; con lo spread in forte salita per Austria, Finlandia ed Olanda. E ad interpretare la parte del ‘bersaglio grosso’ sono i nostri cugini d’oltralpe, con lo spread tra gli Oat parigini a dieci anni e gli omologhi Bund tedeschi che fa continuamente registrare nuovi record e che ha alzato l’asticella a 193 punti base, il nuovo picco non solo dall’introduzione nel 1999 dell’euro ma anche dalla crisi valutaria del 1992, con un rendimento per i titoli del debito francese intorno al 3,75 per cento.

E a riguardo del livello di spread tra Francia e Germania è intervenuta anche Maria Cannata, dirigente generale del Debito pubblico del ministero dell’Economia, che durante il suo intervento a un convegno promosso dall’Aiaf, ha sottolineato come la Francia mostri “i livelli di spread che sono quelli che l’Italia aveva a giugno. La cosa e’ abbastanza preoccupante”.

E sono preoccupanti anche le notizie che arrivano da Bruxelles dove nel corso della prossima settimana, il 23 novembre, come ha preannunciato il presidente della Commissione Jose’ Manuel Barroso, la Commissione Ue presentera’ un pacchetto di proposte per rafforzare ulteriormente il livello di controllo e di indirizzo sui conti pubblici dei paesi dell’Eurozona. Barroso ha spiegato che la Commissione proporrà che la revisione dei bilanci pubblici da parte di Bruxelles, e quindi la possibilità di suggerire emendamenti, avvenga o possa avvenire prima che questi vengano approvati dai parlamenti.
Al riguardo il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy ha fatto notare come “tutti gli Stati europei, e non solo quelli in difficoltà, devono accettare una condivisione di sovranità” anche se più che di condivisione sarebbe forse più opportuno parlare di limitazione della sovranità.

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