Il Btp ha ancora appeal. Buona l’asta e lo spread

ROMA – Il Tesoro italiano oggi ha collocato in asta buoni pluriennali per un totale di sei miliardi di euro, il massimo previsto, a fronte di una solida domanda.

A colpire molto favorevolmente è stato il favore con cui è stato accolto il titolo triennale, che è stato piazzato per ben 4 miliardi di euro facendo registrare rendimenti in discesa al 3,41% dal 4,83% di gennaio, minimi che non si vedevano dal marzo del 2011, cioe’ da prima dell’inizio della lunga corsa dello spread.
E proprio lo spread tra Btp decennali e gli equivalenti Bund tedeschi di pari scadenza, che aveva aperto su livelli prossimi a quota 380, ha fatto segnare un minimo di seduta intorno ai 360 punti per poi chiudere intorno ai 365 con un rendimento del decennale che fa registrare circa il 5,57%.
A colpire del positivo esito dell’asta odierna c’è pure la otmai obbligatoria riflessione sull’impatto pressoché nullo che ha avuto la decisione di Moody’s di tagliare il rating al debito sovrano di Italia, Spagna e Portogallo. Un taglio forse atteso e scontato dai mercati o forse ritenuto ormai primo di fondamentali economici reali tanto da spingere il gruppo dei socialisti-democratici al Parlamento europeo (S&D) ad assumere un atteggiamento fortemente critico nei confronti delle agenzie di rating. Il capogruppo S&D, l’austriaco Hannes Swoboda ha infatti denunciato come sia “ormai diventata un’ abitudine che i paesi europei vengano declassati in coincidenza con Consigli europei o oltre riunioni Ue. Di quanto tempo avra’ bisogno la Commissione europea per realizzare che le sue misure basate unicamente sull’austerita’ non funzionano in Europa?’” oltre che per definire ‘ad orologeria’ i giudizi delle agenzie.
E di questi tempi chi se la sente di dargli torto?

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