Fiat Pomigliano. Presentazione della nuova Panda. “Ritorna l’Ottocento schiavista”

POMIGLIANO D’ARCO – Una giornata decisamente importante per Pomigliano D’Arco quella di oggi. Presentazione in pompa magna della nuova Panda da parte dell’A.d di Fiat Sergio Marchionne e del Presidente John Elkann. 

Arrivo in elicottero anche dei ministri Passera e Fornero, accompagnati poi in una Panda azzurra dai vertici Fiat a visitare la linea di montaggio dello stabilimento. Passera e Fornero hanno anche visto filmati sulla nuova vettura, sulla rinascita della fabbrica e sui programmi futuri della Fiat. Hanno stretto la mano a centinaia di lavoratori, così come lo hanno fatto anche Elkann e Marchionne. A passeggio tra gli edifici dello stabilimento di Pomigliano d’Arco, il presidente della Fiat ha allontanato di poco la scorta per chiacchierare con i lavoratori, e farsi scattare con loro foto-ricordo nella sua prima visita allo stabilimento.

Insomma ‘apparentemente’ una situazione davvero idilliaca e ricca di rosee prospettive per il futuro dello stabilimento e dei lavoratori!

Tuttavia invece la giornata è da definirsi decisamente contraddittoria, perché non è poi così chiaro se ciò di cui ha parlato in conferenza stampa l’A.d di Fiat Marchionne sia di fatto una vera e propria rinascita per lo stabilimento, oppure come afferma il sindaco di Napoli De Magistris, che peraltro non ha presenziato all’evento, ciò che sta avvenendo in Fiat non sia altro che la morte della democrazia nelle fabbriche, o più in generale nel mondo del lavoro.

E si sa se muore la democrazia nel mondo del lavoro muore anche il paese!

Da una parte troviamo una sala conferenze gremita di giornalisti della stampa italiana e internazionale, tra applausi di lavoratori in tuta bianca, discorsi ottimistici che parlano di una Fiat sempre più forte e competitiva, con un rapporto privilegiato con il Paese, di un futuro sicuro  per i lavoratori, in un ambiente sempre più stimolante e di cui essere orgogliosi.
Dall’altra si assiste invece al rifiuto del sindaco de Magistris  a celebrare quello che da lui stesso viene definito “un ritorno ad un Ottocento schiavista”.  E sul suo blog sempre De Magistris afferma: “Pomigliano dunque non chiude e resta un centro produttivo. Eppure non è certo un giorno di festa per il mondo del lavoro e per la democrazia: sempre oggi, infatti, si celebra la fine del contratto collettivo nazionale e la fine della rappresentanza sindacale”. “Il modello contrattuale di Pomigliano, quello che – afferma De Magistris – “comprime i diritti e pone il più grande sindacato metalmeccanico (Fiom) fuori dalle fabbriche, da ieri è stato esteso a tutti gli stabilimenti del gruppo Fiat e farà scuola anche dal punto di vista generale, cercando di essere imposto erga omnes a tutto il mondo dell’occupazione”. “Si offende la storia del Novecento, le battaglie delle lavoratrici e dei lavoratori” –  conclude il sindaco di Napoli.

Ma Sergio Marchionne  e Lapo Elkann  sembrano parlare invece di tutt’altro. Pomigliano a detta del Presidente Elkann è un modello per organizzazione della produzione, capacità competitiva e sicurezza sul lavoro. Sempre per Elkann  l’accordo sul contratto di lavoro è “stato l’incubatore da dove è iniziato un nuovo dialogo che ha cambiato le modalità di lavoro che potrà dare ricadute positive anche in busta paga”.  L’A.d Marchionne dal canto suo, a proposito di assunzioni, ha affermato che, in base all’accordo firmato con i sindacati  queste dovrebbero arrivare a 4.367 entro luglio 2013. “Finora abbiamo riassunto 600 persone, l’impegno che abbiamo preso è quello di impiegare il massimo numero di persone necessarie per una capacità produttiva dello stabilimento di 1050 macchine al giorno, li assumeremo e li porteremo dentro fino a quando non raggiungeremo quei volumi là di produzione”. E alla domanda su quante assunzioni saranno necessarie per quei volumi ha risposto “lo vedremo quando arriveremo a quei volumi, non vi preocccupate, non abbiamo annunciato eccedenze”.  

De Magistris sempre dal suo blog non sembra mostrare invece la stessa sicurezza di Marchionne in termini di occupazione. Sostiene infatti che continuano a mancare garanzie occupazionali certe da parte dell’azienda soprattuto in merito al reale numero degli assunti.  Inoltre continuano ad essere denunciate pratiche discriminatorie e repressive verso le lavoratrici e i lavoratori appartenenti ad ‘alcuni’ sindacati.

Certo è che dopo queste affermazioni non si capisce se si stia parlando della stessa realtà aziendale.

Nel frattempo intanto davanti al varco principale dello stabilimento si sono asserragliati centinaia di manifestanti, tra i quali anche i lavoratori dell’Iribus, contro il piano Marchionne. Al presidio, organizzato sia da Slai Cobas che da Fiom, stanno partecipando anche disoccupati di diverse sigle provenienti da Napoli, che hanno raggiunto in corteo dalla stazione della Circumvesuviana, l’area antistante lo stabilimento.  Pasticcini e spumante sono stati offerti dallo Slai Cobas,  dopo che i dimostranti,  hanno seguito via Web l’intervento dell’A.d della Fiat. Gli esponenti del sindacato di base hanno voluto con il brindisi anche sedare un battibecco scoppiato tra alcuni iscritti allo Slai ed alla Fiom-Cgil, sulla firma della Cgil ai contratti del passato. Al presidio gli iscritti alla Fiom hanno portato il saluto del presidente del Comitato centrale della Fiom Giorgio Cremaschi, ed hanno annunciato la presenza del segretario generale Maurizio Landini a Napoli per domani.

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