“Noi credevamo” il nuovo film di Mario Martone

ROMA – Dopo gli applausi di Venezia – dove era in concorso per la 67a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – e gli apprezzamenti della critica, è in questi giorni nelle sale “Noi credevamo”, nuovo film del regista Mario Martone dedicato al risorgimento ed all’unità d’Italia, opera ispirata a vicende realmente accadute e liberamente tratta dal romanzo omonimo di Anna Banti.

Opera complessa, cui il regista napoletano – direttore, fra l’altro, del Teatro Stabile di Torino – ha dedicato una lunga gestazione – sette anni nel complesso – accompagnata da un’attenta ricostruzione filologica e da scenografie – in special modo per gli interni – di accurato pregio.
Opera di ragguardevoli dimensioni – 204 minuti – e dalla grammatica assai complessa. La lettura di Martone, volutamente frammentaria quanto personale, è tale da sottrarla alla definizione di film “storico” – non vi sono cenni alle cinque giornate di Milano; si accenna alla Repubblica Romana senza tuttavia mostrarne tracce; Garibaldi aleggia come una presenza shakespeariana senza mai vedersi realmente e senza che lo si senta mai parlare – alla stessa maniera in cui le licenze che lo stesso si concede dalle trame della Banti fanno del romanzo omonimo poco più d’una fonte d’ispirazione.
Ispirazione che attinge dalle biografie di tre giovani, realmente esistiti, attorno alle quali Martone costruisce altrettanti personaggi che, proveniendo da differenti contesti ad assumendo distanti parabole, decidono di affiliarsi alla Giovane Italia mazziniana, sposando la causa antiborbonica e movendo alla volta di Parigi, al circolo della principessa Belgioioso, con l’intento di assassinare Napoleone III. Le vicende dei tre giovani (Domenico, Angelo e Salvatore, con il primo assurto a ruolo di voce narrante del film) occupano i quattro episodi dell’opera in cui Martone, in maniera tutto sommato leggera e senza cadute, mostra mali, speranza e miserie di una cospicua fetta della nostra storia. Le iniquità dei borboni, le afflizioni monarchiche; gli ideali patriottici, quelli repubblicani, le atrocità e i tradimenti. Il tutto condito dalle musiche, tratte quasi per intero dal repertorio del melodramma italiano, ben dirette dal M° Roberto Abbado.
Qua e la, all’interno di una ricostruzione storica minuziosamente curata, spuntano elementi scenografici del nostro tempo, di una modernità che sconcerta: colonne di cemento armato, scale industriali in ferro, tondini in cemento sul porto. Scelta voluta, non certo grossolana lacuna, come a voler catapultare l’intera storia nel nostro tempo, e con essa lo spettatore nella stessa trama. Quasi a voler dire che molto, se non tutto, è come allora. E che tutto bisogna ancora fare, a cominciare dall’Italia. Sempre che – e su questo lo sguardo dell’autore pone seri dubbi – in questo paese ne valga davvero la pena.
Da vedere.

Regia:  Mario Martone
Anno di produzione: 2010
Durata: 204′
Tipologia: lungometraggio
Genere: drammatico/storico
Paese: Italia/Francia
Produzione:  Rai Cinema,  Rai Fiction,  ARTE France
Formato di ripresa: 35mm
Formato di proiezione: 35mm, colore

Trailer



Trailer fornito da Filmtrailer.com

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