Piazza Affari ancora incerta sul tentativo di rimbalzo

TRIESTE – La prima settimana di ottobre a Piazza Affari è stata caratterizzata da una generale incertezza, in buona parte derivata dall’incostanza della Spagna.

A fine settembre Madrid aveva infatti annunciato un piano di austerity per il 2013, una manovra da circa 40 miliardi di euro basata  soprattutto su tagli alla spesa; a metà settimana, su alcune indiscrezioni riportate da Reuters (poi smentite) che ipotizzavano che il Governo spagnolo fosse sul punto di «presentare formale richiesta per lo scudo anti-spread», sono riprese vendite generalizzate che, oltre al il settore delle banche, hanno interessato anche quello dell’auto e delle costruzioni, facendo temere il ripetersi dei pesanti ribassi registrati precedentemente. Mercoledì Luis Maria Linde, governatore della Banca di Spagna, ha affermato che la contrazione dello -0,5% prevista dal Governo per il PIL (Prodotto Interno Lordo) spagnolo 2013 è sin troppo ottimistica rispetto alla ben più probabile riduzione dell’1,5%, un vero e proprio allarme sulla consistenza delle entrate fiscali e sulla reale tenuta dei conti pubblici che ha valso alla Borsa di Madrid la maglia nera d’Europa (-0,55%).

Sul fronte degli industriali Fiat, nel bene o nel male, fa sempre parlare di sé.  Nonostante la comunicazione del Ministero dei Trasporti di una contrazione del 25,7% delle immatricolazioni di automobili in Italia anno su anno, il gruppo del Lingotto è riuscito a battere leggermente il mercato, contenendo in poco più di 33mila vetture (-24,2%) la contrazione delle vendite. Un dato che ha permesso a Fiat Auto di crescere del 2,11% anche se il numero uno del Lingotto, Sergio Marchionne, ha dichiarato che nei prossimi trimestri non saranno introdotti nel nostro paese nuovi modelli, né l’azienda vi tornerà ad investire prima del 2014. All’interno del Gruppo segnaliamo le perdite del 2% registrate da Fiat Industrial che, secondo le voci riportate da alcune agenzie di stampa, potrebbe veder slittare la fusione prevista con la controllata statunitense CNH a seguito delle perplessità di alcuni consiglieri sorte sull’operazione. Il Sole 24 Ore riporta  infine la possibilità di rilevare a costo zero Opel, controllata europea di General Motors, sempre che la casa di Detroit decida di liquidare il marchio tedesco.

Giovedì caratterizzato dalla doppia riunione del consiglio di amministrazione della Banca Centrale Europea e della Bank of England: lascianti inalterati i tassi di riferimento rispettivamente allo 0,75% ed allo 0,50, confermando così le attese dei mercati.
La differenza dello spread tra BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) e Bund (i loro equivalenti tedeschi) a dieci anni è cresciuta dal 3,57% di lunedì sino al picco del 3,69% registrato ieri, sulla scia della comunicazione dell’Istat di aver rivisto al rialzo il rapporto deficit/PIL, aumentato dal 118,7% al 119,2% per il 2010 e dal 120,1% al 120,7% come previsione 2011; la chiusura settimanale di oggi ha comunque registrato un lieve recupero a quota 3,51%.
Chiusa la settimana sulla notizia a sorpresa del calo del tasso di disoccupazione negli USA, il tema che probabilmente dominerà la prossima ottava di Borsa sarà ancora l’incertezza sulla richiesta di aiuti da parte della Spagna; anche lo spread sarà osservato speciale: a seguito della progressiva diffusione, pressoché a carattere giornaliero, dei dati andamentali di Germania ed Italia avremo la reale misura della bontà delle scelte economiche effettuate dal Governo Monti.

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